La collezione di George W. Powell Jr.
Il Postino suona sempre due volte
di Nando Musmarra
La collezione che presentiamo questa volta, davvero speciale e unica, appartiene a George W. Powell Jr.
Conosco George dai gloriosi giorni della campagna di scavo al Block 26. Ai miei occhi era già famoso come l'unico uomo al mondo che avesse trovato 114 denti associati di Parotodus benedeni. Cosiderato da molti una leggenda vivente, George, postino oggi in pensione di Fall Church, Virginia, impavido cercatore e collezionista di denti di squalo preistorici, nella sua vita ha scoperto tanti fossili, alcuni dei quali sono nuove specie (come un cormorano ed un tricheco fossile, ancora in fase di studio) e tutte nominate in suo onore, gli attribuiranno se non l'immortalità almeno il ricordo perenne tra gli appassionati di paleontologia di oggi e di domani.
L'avventura di George come cercatore inzia alla fine degli anni '50, quando allora giovanissimo, trascorreva le domeniche mattina pescando nei fiumi della Virginia. Anche se poco più di un bambino, era già un pescatore eccezionale, e proprio questa sua abilità gli faceva raggiungere, appena pochi minuti dopo aver calzato gli stivali e lanciato il primo amo, il limite giornaliero di pesci stabilito dalle ferree regole del Dipartimento di pesca della Virginia. Ogni domenica la stessa storia: ormai si era alzato, a casa non lo aspettavano che per l'ora di pranzo... fu cosi' che per ingannare le lunghe e noiose attese, il nostro eroe cominciò per curiosità ad esplorare le sponde dei fiumi del nord est americano alla ricerca dei resti fossilizzati di piccoli denti di squalo.
Cominciò ben presto a trovare fossili su fossili. Non passava week-end che George non trovasse qualcosa di esaltante, e quando non erano denti di squalo o resti di uccelli, erano i resti di una nuova balena fossile, di un delfino, di una focena. Come molti sanno, il nord est americano, nella giusta formazione geologica, pullula di questi resti, così il nostro decise di dedicarsi anima e corpo ad una ricerca sicuramente più difficile, ma molto più gratificante: i denti del signore dei mari mio-pliocenici, il C. Megalodon. La passione cresceva giorno dopo giorno, e a George non bastavano piu' le poche ore rubate alla pesca la domenica mattina. Comprò una proprietà lungo uno dei fiumi piu' fossiliferi della Virginia, per trascorrerci tutti i week-end e i ritagli di tempo che il suo lavoro gli permetteva. Passata la fase della "raccolta", cominciò ad interrogarsi sulla natura dei meravigliosi fossili che trovava con tanta frequenza e che donava sistematicamente al Museo di Storia Naturale della Smithsonian Institution di Washington D.C.. Negli anni, con i paleontologi del museo (si tratta di una delle istituzioni più antiche e prestigiose degli Stati Uniti) iniziò un rapporto prima di collaborazione, poi di amicizia.
Il titolo di quest'articolo nasce da un aneddoto che è diventato leggenda: durante l'inverno del 1971, quando ormai era gia' un veterano dei ritrovamenti dell'allora Carcharodon megalodon (nella nuova nomenclatura scientifica Carcharocles megalodon) ritrovò ai piedi di una falesia la meta' di un dente di C. megalodon di grandi dimensioni. Cercò per tutto il giorno e per tutti i giorni che seguirono, senza riuscire a trovare l'altra metà del magnifico dente. Per alcuni mesi continuò ad andare al luogo del ritrovamento, poi, rassegnato, interruppe le ricerche perchè, durante l'estate, la spiaggia si sarebbe riempita di migliaia di turisti, tra cui molti cercatori di fossili, e con tutta probabilità il dente, se ancora in buone condizioni, sarebbe stato trovato da qualcun altro.
George tornò al sito solo dopo l'estate in compagnia di amici. Appena giunto ai piedi della falesia, fu attirato da un oggetto color crema che faceva capolino dalla sabbia. Era proprio lui, l'altra metà del grande dente di C. Megalodon appena scoperto dalle maree... sembrava che il dente per tutta l'estate si fosse nascosto ai curiosi per aspettare il ritorno dell'uomo giusto e ricongiungersi così all'altra meta' della mela. E' proprio il caso di dirlo, il postino suona sempre due volte... alla porta della fortuna.
Negli Stati Uniti, tra noi cercatori, i denti di C. Megalodon spezzati in due vengono chiamati affettuosamente "broken-heart" (cuore spezzato), e per questo motivo ho chiesto a George di posare con il famoso dente (che non ha voluto mai incollare, a ricordo del ritrovamento in due tempi) diviso in due, riunito finalmente sul cuore.
Adesso, bando alle ciance, andiamo a dare uno sguardo ad alcuni fossili di particolare bellezza o rarità che fanno parte della magnifica collezione di George Powell, sempre aperta agli amici ed agli studiosi di tutto il mondo:
Questa enorme placca dentaria superiore di Aetobatus sp., montata su un supporto scomponibile, e' uno degli esemplari più grandi mai trovati al mondo. E' stata ritrovata, insieme ad un C. megalodon di circa 12 centimetri, in associazione al famoso set dei 114 denti di Parotodus benedeni
Un femore ed un omero associati di foca
Alcuni magnifici denti di foca Phocanella pumilia, sullo sfondo uno dei cassetti che contiene resti fossili di Phocidae
Una vera chicca: un periotico di mammifero marino conserva intatto, nel suo originale alloggiamento, il martelletto. In un'altro esemplare completo di orecchio di foca, Callophoca sp., si verifica che, se l'esemplare viene agitato, torna in vita e suona come una campanella. Ringrazio George Powell per avermi mostrato queste sciccherie paleontologiche che erano passate inosservate ai mie occhi...
Resti fossilizzati di Odobenus, un tricheco estinto. Un altro teschio completo di una nuova specie di tricheco, con le zanne perfettamente conservate, è stato donato agli Smithsonian ed è attualmente in fase di studio.
Uno degli ultimissimi denti di C. megalodon ritrovati da George.
Giocando a guardare un dente di C. Megalodon da varie prospettive
Uno dei cassetti pieni dei tanti resti di uccelli ritrovati da George. Tutti questi uccelli fossili risiedono nel suo museo privato (dove sono a disposizione dei ricercatori), a parte una nuova specie di cormorano (foto in alto) che è stata donata agli Smithsonian.
Una delle bacheche con le ricostruzioni delle dentizioni di varie specie di squali fossili. Questi denti NON sono stati trovati in associazione, ma sono stati classificati da George, profondo conoscitore delle mandibole degli squali viventi, a seconda della posizione che occupavano nelle mascelle.
Un altro ritrovamento eccezionale: lo scheletro di uno Squalodon sp.
I denti di Squalodon (notate le differenze morfologiche tra molari, premolari e incisivi) nel riquadro non appartengono a questo reperto fossile di cui non è mai stato ritrovato il teschio
Un'altra chicca per gli appassionati di mammiferi marini: denti fossilizzati probabilmente appartenenti ad un'orca pliocenica
Goerge mentre prepara, sotto gli occhi attenti di David J.Bohaska, paleontologo della sezione di Paleobiologia degli Smithsonian, una delle balene fossili che sarà in esposizione permanente in un museo del North Carolina.
Altro fossile eccezionale: un dente di C. Megalodon fortemente inciso dai morsi di altri squali.
Bulle timpaniche e periotici trovati associati appartenenti ad un cetaceo di grandi dimensioni.
Tutti i fossili esposti nella collezione di George sono stati trovati da lui.
Il libro mastro dove George Powell riporta meticolosamente tutte le informazioni utili allo studio: luogo, giorno, misure, ecc. Il libro è aperto alla pagina dello storico giorno del ritrovamento iniziale dei 114 denti associati di Parotodus benedeni nell'anno 1992. Le due foto a destra mostrano alcune delle pubblicazioni che parlano dei ritrovamenti di George Powell e l'articolo I LOVE PAROTODUS BENEDENI (articolo del sottoscritto, illustrato da Loana Riboli e tradotto in inglese da Wendell Ricketts) pubblicato su Fossil News.
Una panoramica della vita di George Powell: la vecchia targa personalizzata con la scritta "FOSSIL", il premio speciale del Servizio Postale americano, la cerimonia della donazione del set di 114 denti di Parotodus benedeni agli Smithsonian (con Bretton Kent, il paleontologo che ha compiuto lo studio), la consegna delle chiavi della città di Aurora, NC, gli elmetti del corpo dei pompieri in cui George Powell ha prestato servizio come volontario fino a raggiungere il grado di vicecomandante, ed infine, in basso a destra, una foto di gruppo con alcuni paleontologi con i quali George ha collaborato tra cui David J.Bohaska (Paleobiology, Smithsonian Institution), Bretton W. Kent (Entomology, University of Maryland), Bob W. Purdy (Paleobiology, Smithsonian Institution).
Nando Musmarra © 2009