Il Tuatara: l'Ultimo dei Rincocefali


di Sergio Pezzoli


In una rubrica dedicata ai fossili viventi non si può dimenticare il tuatara, un rettile di medie dimensioni dotato di becco sul muso e dalle caratteristiche "primitive", oggi rappresentato da pochi esemplari superstiti, sparsi in Nuova Zelanda e su una ventina di isole limitrofe.
Il tuatara, originariamente classificato come una lucertola, è oggi considerato appartenente a un sister group delle lucertole e dei serpenti. In effetti somiglia vagamente a una lucertola con la quale ha però in comune pochi caratteri anatomici, come la capacità di staccare la coda in caso di pericolo e la muta periodica della pelle. Molte altre caratteristiche rendono invece il tuatara unico e, per certi versi, più simile a un anfibio che a un rettile.

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Tipologia di dentatura - Sergio Pezzoli

Tra queste ad esempio una barra zigomatica completa che irrigidisce i movimenti del cranio; dei gastralia che irrobustiscono il ventre; l'articolazione del quinto metatarsale che determina la tipica andatura "a zampe lanciate verso l'alto" molto simile a quella degli anfibi urodeli; la dentatura acrodonte, ovvero con denti saldati nell'osso e soggetti a usura, tanto che gli individui più anziani devono nutrirsi di lombrichi o altro cibo tenero. Anche l'apparato riproduttore maschile e la struttura dell'orecchio sono piuttosto rudimentali per dei rettili. Curiosa ed ancestrale  è poi la presenza di un "terzo occhio" sulla fronte: un organo di senso del tutto simile a un vero occhio, dotato sia di retina che di cristallino e cornea, la cui funzione è ancora poco chiara. Si ipotizza che possa servire all'animale come fotorecettore, per valutare l'esposizione alla luce del sole, fondamentale per ogni creatura a sangue freddo. Il terzo occhio è visibile solo negli esemplari più giovani poiché la pelle e l'osso parietale risultano più sottili.

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ArthurWeasley - WIKIMEDIA

Il tuatara è un animale longevo, di certo può vivere fino a 100 anni ma si conoscono anche  esemplari di gran lunga più vecchi. I maschi sono più grandi delle femmine (da adulti misurano 50 o 60 centimetri) e portano una cresta sul dorso. La maturità sessuale è raggiunta tra i 10 e i 20 anni. L'accoppiamento avviene dopo un tipico corteggiamento fatto di piccoli morsi e ostentazione di creste e colori da parte dei maschi. La femmina, una volta fecondata, scava nel terreno delle buche strette e profonde 20 centimetri, depone da 5 a 20 morbide uova e resta nei paraggi per qualche giorno a fare la guardia. I piccoli tuatara vengono alla luce dopo circa un anno.

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Museo di Storia naturale di Parigi

A volte il tuatara condivide la tana con alcuni uccelli marini. Non si tratta tuttavia di un'innocua convivenza in quanto capita che i piccoli nidiacei si trasformino in prede.
La dieta del Tuatara è piuttosto varia: rane, vermi, uova ed insetti costituiscono il comune nutrimento. Grazie al metabolismo molto lento il periodo di maggiore attività per la caccia è la notte, aspetto piuttosto raro per dei rettili che vivono in zone dal clima non propriamente caldo. Di giorno i tuatara se ne stanno per lo più immobili a scaldarsi al sole.

La massima radiazione evolutiva del tuatara risale all'Era Mesozoica, quando questo rettile era distribuito su quasi tutto il pianeta, Europa compresa. È a partire dal Giurassico superiore che il gruppo subisce un rapido declino. I superstiti neozelandesi devono probabilmente la loro sopravvivenza al fatto che su quelle isole non subirono la competizione con i mammiferi o con altri predatori pericolosi.

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Museo di Storia naturale di Parigi


Il tuatara è l'ultimo rappresentante degli antichissimi Rincocefali (i rettili dalla testa a becco), un ordine di Lepidosauri ricco di specie e ben differenziato a partire dal Triassico Superiore, ovvero da circa 220 milioni di anni. Oggi nei Rincocefali sono rimaste solamente le due specie del nostro tuatara: lo Sphenodon punctatus, più comune, e lo Sphenodon guntheri. Quest'ultimo, ristretto a una popolazione di circa 400 individui, è purtroppo a fortissimo rischio di estinzione.

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Alcuni animali in via di estinzione rappresentati sulle monete dell'Australia e della Nuova Zelanda: in alto, la moneta neozelandese di 5 cents raffigura il Tuatara; nella foto grande alcune monete australiane con l'uccello lira (Menura superba), l'echidna (Tachyglossu aculeatus), il clamidosauro ornato (Chlamydosaurus kingi) e il piccolo marsupiale acrobata pigmeo (Acrobates pygmaeus)

Sergio Pezzoli © 2009