Ribesalbes Konservat Lagerstätte


Le Salamandre, i Tritoni e gli altri abitanti del Lago Pietrificato


di Nando Musmarra


foto di Juan Antonio García Vives, Manuel Saura Vilar e Nando Musmarra


Insetto Fossile Ribesalbes

Circa 21 milioni di anni fa, nella Spagna meridionale, in quello che oggi è il bacino sedimentario di Ribesalbes-Alcora (provincia di Castellón), il processo naturale di fossilizzazione ha immortalato la biodiversità di un ecosistema lacustre che si sviluppò durante il Miocene inferiore.

La zona in questione si trova a nord-est di Valencia, tra la Serra de Espada, il Massiccio del Maestrazgo e le famose discoteche della città costiera di Castellón de la Plana, frequentatissime da tanti turisti italiani, soprattutto giovanissimi. La regione dove oggi impera la movida e i decibel vengono sparati a tutto volume, fino a circa 65 milioni di anni fa era invece silenziosa, perchè ancora sommersa dalle acque marine. La zona cominciò ad emergere dalla fine del Cretaceo a causa delle collisioni tra le piattaforme eurasiatica, africana ed iberica che, con fenomeni di compressione e distensione, si susseguirono dal Paleogene al Neogene. Durante il Miocene inferiore, in questo dinamico e complicato contesto geologico, si originò, per subsidenza, il bacino lacustre di Ribesalbes che si estendeva su una superficie di circa 150 kmq.

Mappa Geologica Bacino Ribesalbes Alcora

In alto, cerchiata in rosso, la posizione della pianura costiera con il lago di Ribesalbes - Nella foto grande la carta geologica della regione. Cortesia Museo de la Baronía di Ribesalbes.

Il lago si caratterizzava per l'esistenza di strati d'acqua che, per differente temperatura, densità e composizione chimica, erano ben distinti gli uni dagli altri. Probabilmente gli strati d'acqua più superficiali si mescolavano in maniera marginale (mixolimnio), in ogni caso le acque non possedevano abbastanza ossigeno da permettere la vita dei pesci, animali dei quali non è mai stata trovata testimonianza nei registri fossiliferi di Ribesalbes. Le acque che invece ristagnavano sul fondo del lago, erano completamente isolate dagli strati sovrastanti (monimolimnio): prive di ricambio per l'assenza di correnti profonde, mancavano totalmente di ossigeno nè riuscivano a ricevere la luce del sole.

In questo ambiente buio ed anossico, gli organismi che si depositavano sul fondo del lago non subivano alcuna bioturbazione: non venivano distrutti dalla fauna bentonica che era del tutto assente, non si decomponevano per la mancanza di ossigeno, nè si disperdevano per l'assenza di correnti profonde. La materia organica si conservò dunque intatta, ricoperta, nel tempo, da strati sottilissimi di sedimenti.

Lago anossico meronissi

Schema del Green Lake di Fayetteville, nello stato di New York, che oggi presenta condizioni di meromissi (lago permanentemente stratificato per particolari condizioni chimiche degli strati più profondi) simili al lago miocenico di Ribesalbes (Anadón 1989). Secondo gli studiosi i sedimenti fossiliferi miocenici del giacimento La Rinconada di Ribesalbes, che poggiano direttamente sui sedimenti calcarei di origine marina risalenti al tardo cretaceo, corrispondono proprio allo strato anossico e stagnante che costituiva il fondo del lago di Ribesalbes. Cortesia Museo de la Baronía di Ribesalbes.

La presenza nei record fossiliferi del giacimento della Rinconada di Ribesalbes di alcune specie di insetti fossili che vivono oggi in regioni tropicali e sub tropicali, come ad esempio gli Isoptera (termiti) e di alcuni Acrididae (locuste), insieme alla vegetazione tipica di zone tropicali, indicano che a quei tempi le temperature erano elevate, con estati molto calde ed inverni miti ed umidi che, secondo gli studiosi, si alternavano in sole due stagioni.

La formazione miocenica di Ribesalbes è conosciuta principalmente per i suoi stupendi anfibi, appartenenti agli ordini Anura (Merrem, 1820. Si tratta  di un ordine cui appartengono oltre 5.000 specie comunemente conosciute come rane, rospi e raganelle) e Urodela (o Caudata, Scopoli, 1777. Ordine di anfibi a cui appartengono tritoni e salamandre), e per gli insetti fossili; vi si ritrovano anche piume di uccelli, gasteropodi di acqua dolce ed ostracodi. Molto ben rappresentati sono i fossili appartenenti al regno vegetale, con canneti ed un'enorme quantità e diversità di foglie. L'abbondante presenza di resti fossilizzati di pigne lascia supporre che il lago fosse circondato da un'ampia foresta di conifere.

 

Piuma Uccello Fossile

Piuma fossile

La perfetta fossilizzazione degli esemplari di Ribesalbes ha attirato l'attenzione dei ricercatori già dal diciottesimo secolo. Il giacimento viene menzionato per la prima volta negli Annales de la Historia Natural nel 1799. Nel 1859 Vilanova parla dei fossili di Ribesalbes nella sua "Memoria Geológica y Agrícola de Castellón". Il 1926 segna una svolta per gli studi sul giacimento con ben due pubblicazioni, una di Hernández Sampelayo e M.Cincúneui sulla fauna a vertebrati e sulla flora fossile, e un'altra di Gil Collado che illustra il primo studio sugli insetti fossili di Ribesalbes.

Gli studiosi hanno avuto per anni i loro grattacapi nel tentativo di assegnare una datazione precisa ai fossili di Ribesalbes: se l'abbondanza e la diversità dei reperti erano fuori questione, mancava però un fossile guida che permettesse di datare con certezza il giacimento. Inizialmente considerato come risalente all'Oligocene, alla fine degli anni 60 Fernandez Marrón in uno studio comparativo tra le percentuali di Angiosperme Dicotiledoni e Angiosperme Monocotiledoni, attribuì il giacimento all'Aquitaniano (Miocene inferiore) con una datazione assoluta tra i 23,8 e i 20,5 milioni di anni fa.

Nel 1977 fu pubblicata da Sanchis una catalogazione degli anfibi a cui fece seguito una tesi di Vigón che, nel 1980, si occupò della paleoecologia del giacimento. Risalgono infine agli anni a cavallo del cambio di secolo una serie di lavori di Enrique Peñalver, zoologo del Dipartimento di Geologia della Facoltà di Scienze Biologica dell'Università di Valencia, che prendono in esame in maniera organica e sistematica la fauna e la flora fossile del giacimento.

Pigna fossile

Pigna fossile

Gli studiosi che durante questi due secoli si sono occupati dei fossili di Ribesalbes si sono trovati davanti alla difficile situazione logistica del sito di scavo, che si trova su una parete quasi verticale ed in alcuni punti inaccessibile. Per loro fortuna dalla fine del XIX secolo hanno potuto approfittare dello sfruttamento industriale degli strati sedimentari durato fino al 1962, prima ad opera della Castellón Oil Company, che estraeva lignite e scisti bituminosi per la produzione di oli minerali, poi il sito fossilifero fu sfruttato dalla Compañía Aglomerados Hidráulicos del Mijares per l'estrazione di calci speciali necessarie per la produzione di cemento resistente all'acqua.

Rettili Fossili

Con la chiusura delle attività estrattive, la ricerca dei fossili al giacimento di Ribesales rischiò di subire una brusca interruzione. Fortunatamente le scoperte non si sono mai fermate: negli ultimi venticinque anni gli scavi sono continuati grazie all'entusiasmo di due giovani paleontologi amatori, Manuel Saura Vilar e Juan Antonio García Vives, che hanno portato alla luce innumerevoli piante, anfibi ed insetti.

L'eccezionale conservazione della fauna e della flora presenti (in alcuni casi si sono preservate addirittura le parti molli degli insetti ed i tessuti muscolari degli anfibi) hanno fatto guadagnare al giacimento di Ribesalbes il titolo di  Konservat Lagerstätte. Alcuni fossili sono tridimensionali, in particolar modo le salamandre presentano una conservazione assolutamente fantastica. In un recente studio effettuato tra l'University College di Dublino, l'Università di Bristol e gli studiosi di tre tra i più prestigiosi istituti di ricerca spagnoli (Teruel-Dinópolis, Scienza della Terra di Barcellona e dell'IGME di Madrid) sono stati identificati in una salamandra fossile sia la struttura cellulare delle fibre muscolose (inclusi sarcolemna e miofilamenti) che il sangue nei capillari.

Salamandra fossile

Salamandra fossile simile a quella dello studio di Mcnamara, Peñalver et allii. La silhouette scura di consistenza carbonosa, sottostimata in precedenza, ha rivelato al microscopio elettronico la struttura cellulare dei tessuti molli.

La struttura cellulare delle fibre muscolari della salamandra fossile di Ribesalbes è stata comparata con quella delle salamandre attuali risultando praticamente identica. Secondo l'equipe di scienziati (tra i quali E. Peñalver) che ha eseguito lo studio, le uniche differenze tra la struttura cellulare dell'esemplare fossile e quello moderno sono attribuibili al decadimento naturale dovuto al tempo intercorso tra la morte dell'animale e l'inizio del preocesso di fossilizzazione. Gli studiosi suppongono che questa eccezionale fossilizzazione sia riconducibile alla mancata mineralizzazione dei reperti fossili, che si sono conservati perfettamente perchè i tessuti organici non sono stati sostituiti da minerali in quanto protetti da una pellicola polimerezzata, che si era formata per l'alta concentrazione di zolfo contenuto nelle ossa della salamandra. I risultati di questo studio sono stati avvalorati da conclusioni analoghe raggiunte dagli scienziati che hanno studiato gli anfibi del giacimento eocenico di Messel in Germania.

Salamandra Ribesalbes

Gran parte dei fossili ritrovati al giacimento di Ribesalbes (a parte gli olotipi, che sono conservati a Madrid ed i fossili che si trovano a Valencia per motivi di studio) sono esposti nel Museo di Ribesalbes.

Era molto tempo che desideravo visitare sia il museo che il giacimento, così lo scorso ottobre sono andato nella zona per uno dei miei pellegrinaggi paleontologici. Naturalmente ci sono capitato in una di quelle domeniche dove si concentrano riposo settimanale e festa patronale, che in Spagna significa: tranne i ristoranti è tutto chiuso!

Per fortuna Fossili Veraci aveva un asso nella manica che si chiama Manuel Saura Vilar, codirettore, insieme a Juan Antonio García Vives, del Museo de la Baronía di Ribesalbes.

Manuel, amico di vecchia data, appassionato di echinoidi con particolare predilezione per i Cidaris, fin da bambino ha cercato fossili nei dintorni di Onda, dove abita e dove ha sede l'azienda di sua proprietà. Durante gli anni della sua adolescenza ha contagiato con la sua passione per la paleontologia l'amico di sempre, Juan Antonio García Vives. Da allora non è passata settimana che Manuel e Juan Antonio non abbiano trovato qualche fossile interessante da catalogare e conservare con la massima cura.

Oligaeschna saurai

Manuel Saura Vilar e l' Oligaeschna saurai nominata in suo onore

Agli inizi degli anni 90 i due amici entrarono in contatto con Enrique Peñalver-Mollá, zoologo del Dipartimento di geologia della Facoltà di Scienze Biologica dell'Università di Valencia, che a quel tempo stava ultimando la tesi per il dottorato sulla fauna fossile del bacino di Ribesalbes, e questo incontro segnò una svolta decisiva nelle loro vite. Da allora cominciarono a collaborare con l'intraprendente dottorando, mettendogli a disposizione tutti i reperti fossili man mano che venivano ritrovati. Centinaia di piante, insetti ed anfibi fossili sono stati ritrovati dai nostri amici, molti dei quali sono nuove specie, alcuni sono addirittura nuovi generi. Grazie ai buoni uffici di Enrique Peñalver presso la comunità scientifica, Manuel e Juan Antonio hanno avuto la soddisfazione di veder nominati due insetti fossili in loro onore, rispettivamente la nuova specie di libellula Oligaeschna saurai, e il nuovo genere Pronotochrysa vivesi, una crisopa dell'ordine dei Neurotteri.

Pronotochrysa vivesi

Pronotochrysa vivesi - Juan Antonio García Vives

Incontro Manuel nella tranquilla cittadina di Onda al mattino presto, prima che la festa patronale abbia inizio e le strade vengano transennate. Paleontologicamente parlando, oggi è una giornata piena: nel raggio di pochi chilometri ci sono ben due musei e un giacimento. Iniziamo proprio da Onda con "El Molí dela Reixa" un vecchio mulino ristrutturato dove è ospitata, la "Collecció Museogràfica Municipal de Paleontologia i Meneralogia". Il museo dà il benvenuto con un'esposizione di minerali, io la guardo velocemente per fiondarmi verso i fossili, e sono ricompensato da esemplari bellissimi provenienti da tutto il mondo, una sala dedicata agli ammoniti e una raccolta di fossili della Comunità Valenciana. La regina del museo è la sala degli echinoidi, ideata e curata da Manuel e Juan Antonio, dove è esposta una superba collezione di Cidaris.

Museo de Ciencias Natural Onda Museo Paleontologico Onda

A sinistra il Monastero El Carmen con il Museo di Scienze Naturali di Onda - A destra il Museo Paleontologico di Onda

Manuel e Juan Antonio stanno lavorando perchè le collezioni del museo vengano ampliate coinvolgendo anche altri appassionati soprattutto a livello locale. Devo confessare che l'amore per la propria comunità degli spagnoli mi sorprende sempre. In Italia ci sentiamo patrioti solo quando la nazionale gioca la finale dei mondiali...

Per quanto ben concentrato, il museo di Onda vuole il suo tempo per essere visitato a dovere, così tra un'ammirazione estatica di un magnifico echinoide e lo scatto di una foto...si è fatta ora di pranzo e ...non ci vedo più dalla fame!  Per fortuna Manuel aveva previsto il mio languore (o sentito i borbottii del mio stomaco!) organizzando una grigliata festiva alla quale partecipano rigorosamente solo appassionati di fossili! A casa Saura incontro anche Juan Antonio García Vives, l'altro entusiasta paleontologo e compagno di ricerca di Manuel.

La Rinconada di Ribesalbes

Dopo l'allegro ed abbondante convivio innaffiato da un eccezionale Ribera del Duero, in compagnia dei miei anfitrioni e di altri due appassionati, Carlos e Irma, uno svedese e una messicana che vengono a svernare in Spagna, andiamo finalmente al sito fossilifero de La Rinconada di Ribesalbes per sfruttare le poche ma intense ore di luce che restano. Il giacimento è chiuso al pubblico e non si può accedere senza previa autorizzazione. L'entrata si sviluppa attraverso quello che resta dello stabilimento per la produzione di calci della Compañía Aglomerados Hidráulicos del Mijares, chiuso dal 1962. Il sentiero che porta al giacimento (per quel che mi riguarda reso impervio più che dalle lastre residuali degli scavi che sembrano saponette sotto i piedi, dalle delizie gastronomiche del precedente banchetto), si interrompe davanti ad una parete verticale, quasi inaccessibile. Alcuni buchi nel fianco della montagna ricordano quelli del giacimento italiano della pesciara di Bolca, con gli strati superiori puntellati con sezioni di tronchi d'albero, preferiti all'acciaio, per la capacità del legno di scricchiolare e di avvertire  i paleontologi di un imminente pericolo di crollo se la pressione a cui sono sottoposti diventa eccessiva.

Aprendo lastre fossili a Ribesalbes

Ci arrimpichiamo fino alla parte alta del giacimento, ed aiuto Juan Antonio ad aprire qualche lastra. Gli strati fossiliferi che ci interessano sono scisti bituminosi potenti circa 100 metri, composti per lo più dalla successione di strati fetidi di dolomite inframmezzati da marne e flisch sabbioso. Queste dolomiti sono povere di magnesio che è stato sostituito da calcite ed aragonite. Le piante, gli artropodi, i molluschi e i vertebrati sono stati esclusivamente ritrovati in questi strati che corrispondono al fondo del lago meromittico di Ribesalbes.

Successione Formazione Ribesalbes

L'apertura delle lastre si effettua in maniera tradizionale con martello e picchetto a punta piatta, è assolutamente necessaria una lente d'ingrandimento per non perdere la possibilità di individuare gli insetti: anche se alcuni sono grandi e visibili a occhio nudo come le libellule, le api, le mosche e i coleotteri, più spesso sono molto piccoli nè più nè meno come gli insetti moderni (zanzare, moschini, formiche, pulci...).

Una volta ritrovati, i fossili vengono avvolti con speciali pellicole protettive di materiale plastico. Non tutti i fossili di Ribesalbes vengono conservati nello stesso modo: alcune lastre vengono pulite e stabilizzate con soluzioni di cera incolore diluita con solvente, oppure con altre soluzioni di lacca diluita con alcool; altre lastre, che presentano una fossilizzazione più delicata, come le salamandre di consistenza carbonosa, sono sottoposte a speciali trattamenti per evitare di perdere le preziose informazioni che potrebbero offrire una volta analizzate al microscopio elettronico. La decisione finale sul precedimento da seguire spetta, di volta in volta, ad Enrique Peñalver, il responsabile scientifico dello scavo.

Tritone fossile

Tritone

L'odore caratteristico degli scisti oleosi si sprigiona ad ogni martellata. Il giacimento è molto ricco, non è infrequente che siano estratte nuove specie di insetti. La nostra ricerca è decisamente fortunata, e nel poco tempo a disposizione ritroviamo foglie ed un paio di insetti fossili. Scendiamo dalla collina proprio mentre inizia ad imbrunire. La tonalità della luce del sole tende a saturare i colori, ho appena il tempo di scattare un'ultima fotografia della parete verticale del giacimento che si sta tingendo di rosso. Quando diventa troppo buio, ci spostiamo verso il Museo de la Baronía dove sono conservate le lastre fossili e le sue famose ceramiche.

Museo Baronia Ribesalbes

Il museo si trova nel centro storico del piccolo paese di Ribesalbes, alloggiato in un edificio dalle mura spesse e dai portoni ancora più robusti. Per arrivarci dal parcheggio bisogna salire alcune rampe con ripidi gradoni. La prima sala è occupata dalla variopinta collezione di ceramiche della Real Fabrica de Ceramica de Alcora, prodotto tipico di Ribesalbes; saltiamo a piè pari la sala dei "soliti" fossili di provenienza internazionale, e ci fiondiamo al grande salone con le bacheche contenenti le lastre mioceniche dei fossili locali: roba da rifarsi gli occhi senza dover ricorrere alle cure di un oculista!. Tra gli anfibi spiccano le salamandre ed i tritoni. Manuel mi mostra, fiero, una lastra con il nuovo eccezionale ritrovamento di un anfibio "saltellante" appartenente agli Anura. Il fossile, in magnifico stato di conservazione, è ancora in fase di studio Wink.

Naturalmente le vetrine espongono moltissimi insetti e foglie di tante specie: ragni, libellule, scarafaggi, mosche e moschini, pigne, aghi di conifere, semi, intere lastre con canneti. Gli esemplari sono così numerosi che sarebbe impossibile mostrarli tutti in questa pagina web. Per avere un'idea, guardate le foto che seguono, gentilmente messe a disposizione da Manuel e Juan Antonio. Si tratta solo di un assaggio di alcuni degli esemplari esteticamente più gradevoli, le specie esposte al Museo sono molto più numerose.

VEGETALI FOSSILI

Piante fossili ribesalbes

Populus latior - Nando Musmarra website

Populus latior

Ribesalbes  Gleditsia lyelli

Gleditsia lyelli

INVERTEBRATI

A Ribesalbes sono stati trovati eccellenti  esemplari di aracnidi tutti appartenenti alla famiglia Araneidae.

ragno fossile

Nelle bacheche sono presenti sia esemplari dei Peleoptera (insetti primitivi con ali non articolate) che i più moderni Neoptera. L'elenco di tutte le specie degli insetti ritrovati al giacimento è molto lungo, comprende 13 ordini, alcuni dei quali rappresentati da più famiglie. I più comuni sono i Ditteri e gli Imenotteri, meno frequenti, ma sempre ben rappresentati, sono i Lepidotteri, Neurotteri, Tisanotteri, Isotteri, Tricotteri ed il sottordine degli Eterotteri.

Insetti fossili

Alcuni esempi di insetti fossili


Lestes Odonata Zygoptera Lestidae Ribesalbes

Guardate che bella questa Lestes sp., una libellula appartenente agli Odonata (Fabricius, 1793), un antico ordine di insetti legati all'acqua, elemento necessario per lo sviluppo dei loro stadi giovanili. Gli adulti, dai colori sgargianti, sono abilissimi volatori e predatori.

 

Nepa sp

Nepa sp. uno scorpione d'acqua della famiglia Nepidae appartenente all'ordine degli Hemiptera, Latreille,1810. Nell'esemplare si distinguono molto dettagliatamente le due robuste zampe anteriori che si sono adattate alla caccia (i nepidi usano per la deambulazione le rimanenti quattro zampe) ed il sifone respiratorio all'estremità addominale.

 

 

Phora sp. Diptera

Un dettagliato esemplare di Phora dell'ordine Diptera (Linnaeus, 1758). I ditteri, insetti con un solo paio di ali, costituiscono un ordine molto antico, presente sulla terra già dal Permiano. Con più di 120 famiglie e con circa 122.000 specie, sono molto importanti perchè grandi impollinatori, parassiti, predatori e decompositori in ogni tipo di ambiente. I ditteri sono un gruppo di insetti che ha una grande interazione con l'uomo (fa parte di quest'ordine la comune mosca domestica), con implicazioni di carattere economico, medico ed igienico-sanitarie, basti pensare che dell'ordine fanno parte specie responsabili di grandi piaghe dell'agricoltura e dell'allevamento mondiale, e della trasmissione di gravi malattie a carico dell'uomo, come la malaria.


Non identificata Hymenoptera, Formicidae

Un esemplare della famiglia Formicidae dell'ordine Hymenoptera (Linnaeus, 1758). Agli Imenotteri appartengono le api, le vespe e le formiche. Con più di 90 famiglie e quasi 200.000 000 gli Imenotteri si dividono in Synphyta (insetti primari che si caratterizzano per avere l'addome unito al torace) ed Apocrita (tra cui vespe, formiche ed api) che hanno il torace separato dall'addome da una caratteristica strozzatura. La maggior parte delle specie mostrano forme molto organizzate di comportamenti sociali e svolgono un ruolo essenziale nei vari ecosistemi come predatori, parassiti ed impollinatori. Sotto forma fossile, l'ordine dgli Imenotteri è presente dall'inizio del Giurassico.

Lasciamo il Museo paleontologico di Ribesalbes che è ormai notte. Nell'aria calda svolazzano i pipistrelli, attirati dalle falene ed altri insetti che volteggiano intorno ai lampioni. Mentre sono tutto preso ad ammirare i miei mammiferi volanti preferiti, una zanzara mi punge a tradimento. La disintegro all'istante... eccone una che non diventera' mai fossile Innocent

 


Nando Musmarra © 2010

Si ringraziano per l'ospitalità e la disponibilità Manuel, Juan Antonio, Blanca e Sergio. Un particolare ringraziamento va ad Isabel, per la sua gentilezza ma soprattutto per averci rivelato il segreto della salsa alioli (e del perchè va mangiata in compagnia)


Letteratura consultata:

George C. McGavin, 2000, Insetti, ragni ed altri artropodi terrestri, Dorling Kindersley Handbook

Manuel Saura Vilar, Gabo Richter, 2005, Die klassische Lokalität Ribesalbes in Spanien, Leitfossil.de

Maria McNamara, Patrick J. Orr, Stuart L. Kearns, Luis Acalà, Pere Anadón and Enrique Peñalver-Mollà, 2009, Organic Preservation of Fossil Musculature with Ultracellular Detail, PROCEEDINGS of THE ROYAL SOCIETY

Mauro Tonolla, Antonella Demarta, Raffaele Peduzzi, 1998, Lake Cadagno: a meromictic Alpine lake - La chimica del Lago di Cadagno, Documenta Ist. ital. Idrobiol., 63: 11-17, Istituto Cantonale Batteriosierologico, Laboratorio di Ecologia Microbica dell'Università di Ginevra, Lugano, Svizzera