Il "Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja" di Igea


di Nando Musmarra


PaleoArt di Loana Riboli


Paleoart Loana Riboli

La caccia dei Baryonyx - PaleoArt Loana Riboli © Copyright

Correva l'anno 114.999.999 A.C. o giù di lì.

Un piccolo iguanodonte, protetto dai musi amichevoli del suo del gruppo, camminava lungo la foce di un fiume cercando qualche saporita felce da mangiare. Nulla sembrava poter turbare la quiete nella vallata. Nel gruppo degli iguanodonti, spiccava l'enorme sagoma di un sauropode che proiettava sul suolo fangoso una rinfrescante ombra che il piccolo ornitopode giocava a rincorrere, un po' per divertirsi, un po' per cercare refrigerio dal calore e dall'umidità che imperavano durante il Cretaceo inferiore.

Dal vicino boschetto di conifere, una folata di vento portò un pungente odore selvatico, innervosendo il gruppo di iguanodonti. La paura aumentò facendo fluire il sangue più velocemente... per un attimo tutti i rumori cristallizzarono, poi, sentendosi in pericolo di vita e privi di scampo, i battiti cardiaci impazziti dei pacifici dinosauri interruppero il silenzio. Lo stridio fastidioso di un rettile volante che si librava nervosamente in aria aumentò la confusione. Il grande sauropode, a dispetto della sua mole, fu il primo a scappar via.

Rettile Volante

Rappresentazione di un rettile volante - Giacimento "Los Cayos"

Dal boschetto delle conifere spuntò, minaccioso, il cranio allungato di un Baryonyx. Un altro Baryonyx arrivò dal lato opposto, sorprendendo alle spalle gli iguanodonti. Con quella manovra a tenaglia perfettamente eseguita, probabilmente i due spinosauridi sarebbero riusciti a mettere in fuga il gruppo degli adulti, isolando ed uccidendo il piccolo iguanodonte. Eppure, dopo averlo inchiodato con uno sguardo minaccioso, lo disdegnarono, preferendo dirigersi verso la riva del fiume e lì catturare con i loro artigli uncinati un incauto Lepidotes di grossa taglia che nuotava a pelo d'acqua, lasciando le loro impronte impresse nel morbido fango della riva ...

Centro Museo Igea

Dopo circa 115 milioni di anni questo fango ancora conserva, come un'istantanea della scena appena ipotizzata, i segni del passaggio dei Baryonyx e degli altri dinosauri che si possono ammirare, sotto forma di tracce fossili, in alcuni giacimenti nei pressi di Igea, una cittadina della provincia de La Rioja, in Spagna.

Igea, negli anni recenti, ha acquisito una certa notorietà per i suoi giacimenti paleontologici (alcune migliaia di impronte di dinosauro si trovano distribuite sul suo territorio municipale) ed i suoi abitanti sono molto fieri di calcare la stessa terra un tempo calpestata dai dinosauri. Grazie all'iniziativa del maestro di scuola Ángel Gracia e dei suoi concittadini, è stata creata una eccellente collezione di minerali e fossili locali, che, cresciuta ed allargatasi durante gli anni, ha finalmente trovato dimora definitiva presso il Museo Municipale, sede anche del "Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja".

Appena varcata l'entrata del museo, una mappa geologica ed alcuni grandi diorami aiutano a comprendere il contesto paleogeografico della provicia de La Rioja durante il Giurassico superiore ed il Cretaceo inferiore: a quei tempi la placca iberica era situata tra il 20° ed il 30° parallelo, in una zona sub-tropicale con un clima caldo ed umido. Il susseguirsi di innumerevoli episodi di distensione alternati a frequenti fenomeni alluvionali contribuirono ad una rapida accumulazione di sedimenti.

Paleo geografia cretaceo

 

I giacimenti di impronte di dinosauri della provincia de La Rioja vengono attribuiti alle formazioni di Leza e di Jubera. La prima formazione è costituita fondamentalmente da calcari che si depositarono in antichi laghi situati nella valli dei fiumi Leza, San Vicente di Robres, Arnedillo e Préjano. Lo studio delle alghe carofite ha permesso di datare il periodo a circa 114 milioni di anni fa (Aptiano inferiore). Ai calcari si alternano anche arenarie, argille e marne. Da segnalare la presenza di pirite, caratteristica dei bacini eusinici.
La formazione Jubera, costituita da conglomerati, sabbie ed argille di colore rossiccio, ha invece origine da antichi bacini alluvionali.

Questi tipi di rocce suggeriscono che i dinosauri dei giacimenti Riojani camminaron su una grande pianura fluviale, con una moltitudine di laghi e di canali, e che la zona subì forti inondazioni con la conseguente presenza di zone che si allagavano di frequente, substrato ideale affinche' i dinosauri lasciassero molte tracce nel suolo umido e fangoso.

Le formazioni geologiche della Rioja

La valle del Rio Cameros, il territorio compreso tra i bacini fluviali dell'Ebro e del Duero, durante il Cretaceo inferiore aveva un'aspetto ben diverso da quello odierno. Nei cieli, al posto dei grifoni e degli avvoltoi, volteggiavano gli pterodattili, e sulla terra, invece di cinghiali, mucche e capre, pascolavano e cacciavano i dinosauri. Nelle acque della regione, dove in un grande delta costiero coesistevano ambienti lacustri (con alcuni dei laghi connessi al mare di Tetide) fluviali e rivieraschi marini, nuotavano gli squali Hibodus ed altri grossi pesci come i Lepidotes; nelle zone paludose, collegate tra loro da una miriade di piccoli canali sguazzavano coccodrilli ed altri rettili. L'incontro fra acque salate, dolci e salmastre permetteva il proliferare di una grande quantità e diversità di specie di molluschi. Le vetrine del museo di Igea forniscono informazioni molto complete sia sulla fauna che sulla vegetazione del Cretaceo Riojano: nell'antico delta fluviale proliferavano molluschi d'acqua dolce e  d'acqua salata (Unio ed Eomiodon ed i gasteropodi Glauconia e Wealdenia); pesci, rettili e anfibi (bellissimi i fossili di vari esemplari completi di Lepidotes, i denti dello squalo Hibodus dalla lunga spina, i resti di tartarughe, testuggini e coccodrilli).

Conchiglie d'acqua dolce ed d'acqua salata

Esempi di molluschi di acqua dolce e di acqua salata - Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja

Continuando la visita del museo, si sale al piano superiore dove un grande diorama riproduce il giacimento del Monte Santa Cruz, dove sono stati rinvenuti i resti dei tronchi di Tempskya riojana. Queste felci, che si presentano con una facies a "pezzo di pane" (o a forma di baguette, se vi piace di più) hanno le estremità arrotondate per la forte erosione, probabilmente dovuta ad un lungo trasporto alluvionale, sono una delle poche, ma significative testimonianze di resti di vegetali ritrovati nella provincia de La Rioja.

Legno Fossile

 

 

 

Il giacimento di Tempskya riojana - Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja

La sezione più spettacolare del Museo è quella dedicata alla paleoicnologia, dove si possono ammirare numerosi esempi di calchi naturali di impronte di teropodi. Ci sono anche le ricostruzioni dei due giacimenti di impronte di dinosauro più vicine al Museo di Igea: il giacimento de "La Torre", che non è visitabile a meno che non essere provetti rocciatori, dove c'è una fantastica e ben marcata sequenza di impronte di un teropode che corre, e il giacimento dell' "Era del Peladillo", dove sono state descritte per la prima volta le impronte palmate di Hadrosaurichnoides igeensis (CASANOVAS et alii, 1992).

Il computo numerico delle impronte dei dinosauri della zona di Igea rivela che le tracce dei dinosauri carnivori superano di gran lunga quelle dei dinosauri erbivori (rapporto 80 a 20). Secondo i paleontologi questo inusuale rapporto statistico tra specie di dinosauri carnivori ed erbivori, si spiega con una eccezionale disponibilità di cibo fornito dall'abbondanza di fauna ittica, che fu molto probabilmente il segreto per la proliferazione delle specie di dinosauri carnivori. Al contrario, la penuria di vegetazione (i pochi resti fossili di vegetali ritrovati fino ad oggi nella regione si riducono a tronchi provenienti da località lontane e trasportati dai fiumi durante le alluvioni e ad un tronco completo di Dadoxylon (Araucarionxylon) riojense ritrovato al giacimento "La Eremita de Nuestra Senora del Vilar" non poteva soddisfare l'esigenza di cibo per le specie erbivore, limitandone la possibilita' di proliferazione.

 

Hypsilophodon foxii

Hypsilophodon foxii - Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja

 

 

All'interno del museo c'è un laboratorio, purtroppo chiuso perchè oggi è domenica. Impietosita dalla mia faccia afflitta (Buhh! Vengo dall'Italia, non avrò mai più la possibilità di tornare, oh come sono dispiaciuto...), Marta Fadrique, l'impiegata del Municipio, mi apre la porta chiusa a tripla mandata, e mi permette di godere tutti i fossili in preparazione e i calchi naturali di impronte gigantesche di dinosauro conservate meravigliosamente. Dopo aver finito di curiosare, mi dirigo verso una vetrina posta in una zona del museo dove sembra essere conservato qualcosa di importante: infatti ci sono i resti fossili di un magnifico esemplare di Hypsilophodon foxii, che al museo chiamano la gazzella dei dinosauri, rinvenuto nel 1983 dal maestro elementare Ángel Gracia e gli eccezionali resti di un esemplare di Baryonyx walkeri trovato non lontano dal museo.

Baryonyx

In alto i resti fossilizzati del Baryonyx walkeri di Igea - In basso un calco del cranio del Baryonyx - Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja

Per studiare il Baryonyx conservato al museo è venuta ad Igea anche Angela Milner del British Museum di Londra, prima al mondo a pubblicare uno studio sul Baryonyx. La Milner ha confermato l'identificazione fatta dai paleontologi spagnoli Angela Torres e Luis Ignacio Vieira: l'esemplare di Igea è un Baryonyx, un dinosauro carnivoro caratterizzato dalla morfologia del cranio allungata un pò come un coccodrillo, che permetteva di migliorare la ricerca del cibo in acqua, con ben 32 denti aguzzi per mandibola. L'esemplare di Igea era fornito di artigli acuminati che gli permettevano di infilzare grossi pesci, esattamente come l'esemplare di Baryonyx inglese nel cui stomaco sono state ritrovate grosse squame di Lepidotes. Il Baryonyx è un dinosauro che si conosce per resti incompleti e occasionali. L'esemplare spagnolo, trovato dall'amatore paleontologo Pachi Sanchez, è il secondo al mondo su cui sia stato pubblicato uno studio nel 1994. Più completo del Baryonyx inglese, conserva il piede, e presenta un esempio di paleopatologia: la frattura della fibula risanata in vita. Probabilmante il dinosauro è riuscito a sopravvivere nonostante la grave menomazione perchè nella zona c'era una grande abbondanza di pesci che gli hanno fornito a domicilio cibo in quantità sufficiente per sfamarlo... il Baryonyx, il super predatore al vertice della piramide alimentare del sistema deltaico della Rioja, era un dinosauro di notevoli dimensioni, poteva misurare dai 6 m. ai 10 m. in lunghezza, tra i 3 e i 4 metri in altezza ed poteva arrivare ad un peso approssimativo di 2.000 chili.

La mia visita al museo si conclude con la sala dove, con l'aiuto di rappresentazioni grafiche, vengono caratterizzate le diverse tipologie di tracce di dinosauro presenti nella regione de La Rioja.

Lo studio delle tracce di dinosauro (icnologia) prende in esame tutte le caratteristiche delle impronte, dalle misure alla morfologia, dalla distanza tra impronta e impronta alla loro profondità nei sedimenti. Molto spesso è difficile arrivare a determinare che specie di dinosauro abbia lasciato le impronte, ma è possibile determinare almeno la famiglia o il gruppo di appartenenza. Dallo studio delle orme si possono desumere molte informazioni come il  peso, le dimensioni, la lunghezza degli arti e persino la velocità del dinosauro. Da queste misurazioni, poi, si può stabilire la biomassa ed provare addirittura ad indovinare il fabbisogno calorico. Lo studio icnologico aiuta a formulare ipotesi sulle abitudini sociali dei dinosauri, se cacciavano in solitario oppure in branco, se avevano un comportamento gregario durante le migrazioni o se si prendevano cura della prole.

Orme di Sauropodi

I paleontologi spagnoli hanno differenziato le impronte lasciate dai sauropodi non tanto per la loro morfologia, quanto per la differente posizione delle zampe nelle sequenze manus- pie, dividendole in impronte del tipo S1 (Brontopodus) e S2 (Parabrontopodus)

Brontopodus Parabrontopodus

Tipo S1: Brontopodus, FARLOW et al., 1989

Le impronte di tipo Brontopodus indicano una sequenza di impronte pentadattili lasciate da dinosauri quadrupedi di grandi dimensioni, con il diametro delle impronte posteriori, di forma ovoidale, che puo' superare i 60 cm. Difficilmente preservano i dettagli delle dita. Le impronte lasciate dalle zampe anteriori, a mezzaluna, sono più piccole di quelle lasciate dagli arti posteriori. L'andatura delle orme di tipo S1, Brontopodus, si caratterizza per essere un'andatura "larga", con molto spazio tra le orme di destra e di sinistra.

Tipo S2: Parabrontopodus, LOCKLEY et al., 1994

Questa sono impronte morfologicamente simili alle precedenti ma con andatura "stretta" che non lascia spazio tra le orme di destra e di sinistra.

Orme di Teropodi

Le impronte lasciate da dinosauri teropodi, sono le più numerose nei giacimenti de La Rioja, e vengono suddivise in tre diversi tipi:

Traccia Baryonyx

Impronte di tipo T1, probabilmente lasciate da un Baryonyx - Giacimento Los Cayos - Foto Nando Musmarra

Tipo T1: Buckeburgichnus maximus (LESSERTISSEUR, 1955) KUHN, 1958 (Ichnotype)

Si tratta di impronte tridattili di grandi dimensioni, con andatura bipede e digitigrada. Mostrano dita dalla forma robusta ed appuntita. Il terzo dito, a volte, è orientato internamente. Occasionalmente queste impronte presentano un appoggio metatarsale con l'impressione dell'alluce. A lasciare le impronte del tipo Buckeburgichnus maximus, sono presumibilmente stati dinosauri carnivori di taglia grande come il Baryonyx

Tipo T2: Therangospodus oncalensis (MORATALLA, 1993) LOCKLEY, MEYER & MORATALLA, (1998) 2000; LOCKLEY, 1989 (Ichnotype)

Queste impronte tridattili sono simili alle precedenti, ma di dimensioni decisamente minori (15/30cm.). Le impronte sono state lasciate da dita relativamente robuste e morfologicamente simili alle dita delle impronte tipo T1. La forma del tallone è più esile. L'andatura è bipede e molto stretta. I probabili candidati a lasciare impronte del tipo T2 sono stati teropodi di taglia media, come i Velociraptor o i Deinonychus.

Tracce Teropodi

Rappresentazione grafica dei vari tipi di impronte di Teropodi - Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja

Tipo T3: Filichnites gracili, MORATALLA GARCÍA, 1993; MORATALLA GARCÍA, 1993 (Ichnotype)

Si tratta di un tipo di impronta tridattila di piccole dimensioni, con dita esili, elongate ed occasionalmente curve. Si ritiene che siano state lasciate da teropodi di piccole dimensioni o in età giovanile.

Impronte lasciate da Ornitopodi

Impronte Ornitopodi

Rappresentazione grafica dei vari tipi di impronte di Ornitopodi - Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja

Esempio impronte di iguanotontidi

Pista di iguanotontidae con ben 33 impronte - Giacimento La Canal - Foto Nando Musmarra

Tipo O1: Iguanodonipus cuadrupedae, MORATALLA GARCÍA, 1993

 

Le impronte tipo O1, di taglia media e grande (da 40 a 60 cm.), presentano dita tozze e arrotondate. La superficie di appoggio è ampia ed il tallone, come le dita, presenta una morfologia arrotondata. L'andatura è quasi sempre bipede, ma talvolta i dinosauri che hanno lasciato queste orme poggiavano anche le zampe anteriori (Yacimiento de La Cuesta de Andorra), camminando di fatto a quattro zampe.

Tipo 02: Brachyiguanodonipus prejanensi, (LOKLEY & MEYER, 2000)

Tracce di grandi dimensioni (tra 50 e 70 cm.). Le dita, più corte e robuste di quelle del tipo O1, presentano una superficie d'appoggio ampia ed il tallone molto arrotondato. L'andatura è sempre bipede e "larga" ed il passo e' corto.

Tipo O3: Camposauridae?

Esiste una sola serie di tracce del tipo O3 nei giacimenti de La Rioja (Yacimiento Valdeté). Le impronte sono di taglia medio-grande, con dita larghe e robuste e il terzo dito è disallineato. Le impronte sono molto elongate per essere di un ornitopode. L'andatura è bipede e stretta. Gli studiosi ritengono che le impronte appartengano ad un camposauride.

Ornitopodi Tracce Giacimento Valdete'

Fotografando le impronte del giacimento Valdetè - Queste impronte (le uniche del tipo O3), tra le prime trovate nella provincia de La Rioja, sono localmente le più famose, perchè da tempo immemore la credenza popolare le ha attribuite alle impronte del cavallo dell'Apostolo Santiago de Compostela - Foto Nando Musmarra

Bibliografia consultata:

 

Pérez-Lorente P., Romero-Molina Mª M., Requeta Loza E., Blanco Somovilla M., Caro Calatayud S.- Dinosaurios. Introducción y Análisis de Algunos Yacimiento de Sus Huella en La Rioja, 2001, Ciancias de la Tierra n.24, IER, Gobierno de La Rioja, Fundación Patrimonio Paleontológico de La Rioja, Instituto de Estudios Riojanos, Logroño

Martin Lockley and Christian Meyer - Dinosaur Tracks and Other Footprints of Europe, 2000, Columbia University Press, New York

Nando Musmarra © 1999-2009


ESCURSIONI CON PARTENZA DA IGEA

Per dovere di cronaca, bisogna precisare che nella vicina Enciso esiste anche un altro piccolo Museo Paleontologico. Recentemente ristrutturato, il centro interpretativo di Enciso ha perso quelle caratteristiche che ne facevano il punto di partenza ideale per le escursioni paleontologiche nella regione. I reperti fossili hanno purtroppo lasciato spazio ad enormi maxischermi al plasma che proiettano continuamente documentari sui dinosauri. Ad esclusione di qualche calco naturale di impronta di dinosauro, il Centro Paleontologico di Enciso piu' che un museo sembra essere diventato una sala dimostrativa di prodotti elettronici di gran marca, di nessuna utilita' per orientare i visitatori ed indirizzarli verso i giacimenti di impronte di dinosauro piu' significativi della provincia de La Rioja. Prima di avventurarsi alla ricerca di impronte di dinosauro, resta dunque consigiabile, se non essenziale, la visita al "Centro de Interpretación Paleontológica de La Rioja" di Igea sia per avere informazioni precise sull'ubicazione esatta dei icnositi, sia per un'infarinatura generale sulle caratteristiche geo-paleontologiche della regione.


Bacino fossilifero di Igea

 Il Giacimento de l'Era del Peladillo - L'Albero Fossile di Igea

LOS CAYOS 1 - LOS CAYOS 2

Bacino fossilifero di Enciso

LA VIRGEN DEL CAMPO - LA SENOBA

VALDECEVILLO

EL VILLAR POYALES - NAVALSAZ

Bacino fossilifero di Préjano

LA MUNILLA: PENAPORTILLO - LA CANAL

VALDETE'