Mistelgau: dove le belemniti si davano battaglia

 

di Luca Jaselli

 

I verdi prati tedeschi

 Foto Luca Jaselli ©

 

 Verde. Lo sguardo si perde nel verde, nelle colline che dolcemente segnano un paesaggio dove la natura si estende a perdita d’occhio, dove la frenesia e il rumore della città sembrano lontani, remoti. Gli occhi lentamente scrutano e catturano tutta la serenità di questo quadro bucolico in cui i colori sono stati mescolati ad arte, e le chiome degli alberi verde scuro contrastano sui prati erbosi di una tonalità più chiara, spesso intervallati dall’ocra dei campi coltivati. Il rosso dei tetti punteggia qua e là il bianco delle case che spuntano all’improvviso ai margini del bosco. E’ il luogo ideale per chi è alla ricerca di tranquillità e riposo.

Ci troviamo in Germania, nella parte meridionale del paese, geograficamente appartenente allo stato confederato di Baviera. Questo stato è suddiviso amministrativamente in sette distretti governativi, in cui è stata inglobata la regione storica della Franconia (franken): ricco ducato del Sacro Romano Impero in età medioevale, oggi suddivisa in tre circoscrizioni: alta, media e bassa.

  

Laghetto Mistelgau

 Foto Luca Jaselli ©

 

 

  L’Alta Franconia (Oberfranken)  occupa la parte nord-orientale della regione, avente come capitale Bayreuth. La città è stata fondata all’inizio del 1200 come agglomerato urbano costituito essenzialmente da artigiani, ma col tempo venne trasformata in residenza di sovrani in età barocca, frequentata da artisti secondo gli usi del modello francese. Qui nel 1872 si trasferì il compositore Richard Wagner dove trascorse gli ultimi anni della sua vita e le sue spoglie furono sepolte nel giardino della sua villa, ancora oggi visitabile. Oggi la città conta poco meno di 80.000 abitanti ma nonostante questo  è perfettamente inglobata nello scenario della natura circostante fatta di dolci colline erbose e boschi che caratterizzano il paesaggio dell’altipiano calcareo del Giura.

 Il Giura, è una catena montuosa molto estesa che attraversa tre stati: Francia, Svizzera e Germania, di altitudine non troppo elevata e con cime al di sotto dei 1800 metri. In territorio tedesco, sotto il nome di Giura, troviamo due altopiani calcarei altrimenti noti come Schwäbische Alb (Svevia, regione del Baden-Württemberg)  e Fränkische Alb (Franconia).

E’ ampiamente risaputo che il Giurassico è un periodo dell’era Mesozoica a cavallo fra il Triassico ed il Cretaceo grosso modo fra 200 e 145 milioni di anni fa. Non tutti però sanno che il nome, assegnatogli da Alexandre Brongniart famoso chimico, geologo e zoologo francese, deriva proprio dal massiccio del Giura. Il calcare che forma questi rilievi si è formato per deposizione sul fondo di un antico mare: la Tetide, che bagnava questi luoghi in epoca giurassica appunto. Difficile credere che fino a 50 milioni di anni fa, prima che il mare regredisse definitivamente, qui dove ora ci sono solo colline, nuotavano creature marine ormai estinte come gli Ittiosauri o le ammoniti.

 

Mistelgau03

 Foto Luca Jaselli ©

 

 

 Il livello delle acque però non è stato sempre costante nel tempo ma soggetto a variazioni, come testimoniano le successioni lito-stratigrafiche che ci raccontano di un mare dal principio caldo e poco profondo che lentamente si è innalzato, sino a sommergere la maggior parte dell’Europa attuale, mutando così anche gli habitat e le condizioni di vita degli organismi che vi abitavano: gli ambienti di scogliera hanno lasciato il posto al mare aperto. Le variazioni eustatiche hanno indotto l’instaurarsi di paleoambienti differenti dove si sono insediate e/o adattate svariate forme di vita sia marine che terrestri. Rocce dall’aspetto, dal colore e dalla consistenza diverse fra loro, sono quindi riconducibili ad ambienti e a modalità di deposizione differenti. Le rocce calcaree giurassiche della Svevia e della Franconia possono per tanto essere suddivise litograficamente e stratigraficamente in tre livelli, a seconda del colore delle loro rocce: nero (Schwarz), marrone (Braun) e bianco (Weiß).

Lo Schwarz Jura deriva il proprio nome dagli scisti bituminosi di colore nero che costituiscono la parte inferiore di questo periodo, identificabili sopra tutti con il Posidonienschiefer (scisti a posidonia) il cui nome deriva da un bivalve: la Posidonia appunto, molto diffusa in questi paleoambienti. Giacimenti fossiliferi eccezionali o Fossil-Lagerstatten sono quelli di Holzmaden, in Svevia famosi per i numerosi esemplari di rettili marini come Steneosaurus o Ichthyosaurus oltre ad una ricca fauna ad ammoniti, soprattutto Dactylioceras e Harpoceras di epoca toarciana.

Il BraunJura contraddistingue invece rocce contenenti ossidi di ferro originatesi dalla limonite che ricopriva minerali argillosi. Il Giurassico medio è pertanto contraddistinto da rocce dal colore marrone, ben esposte nella cava di Sengenthal, entro cui sono rinvenibili le famose Parkinsonia.

Il Weißjura è costituito da carbonato di calcio puro al 99% risalente al Giurassico superiore. I fossili litografici di Solnhofen hanno permesso di documentare ampiamente la flora e la fauna esistenti in quel periodo grazie a testimonianze fossili eccezionali. 

Nove chilometri a sud ovest di Bayreuth sorge il tranquillo abitato di Mistelgau. La maggior parte degli abitanti che si insediarono qui, trovarono  lavoro presso la cava che venne aperta nel secolo scorso e che presenta delle particolarità uniche dal punto di vista geo-paleontologico e si è rivelata molto utile nello studio dei paleoambienti giurassici.

 

L'accesso alla cava di Mistelgau, è purtroppo, chiuso

Un panoramica di alcuni anni fa della cava di Mistelgau. Il sito è stato in parte appiattito e non è attualmente accessibile - Foto Luca Jaselli

 

 

La cava di argilla di Mistelgau sorge a sud dell’abitato omonimo, ed è molto importante perché espone strati di età compresa fra il toarciano superiore e l’aaleniano inferiore, all’incirca 178 milioni di anni fa, ovvero il limite fra lo schwarzjura e il braunjura. E’ l’unica cava di tutta la Germania dove sono visibili entrambe le stratificazioni e attraverso le quali è stato possibile segnare un limite di demarcazione fra le due età.

Il sito venne aperto negli anni ‘50 per l’estrazione dell’olio combustibile dagli scisti neri a posidonia, e grazie ai lavori di scavo vennero portati alla luce anche resti di numerosi vertebrati e negli anni che seguirono, continuarono ad essere rinvenute grosse quantità di fossili, soprattutto ammoniti piritizzate, che attirarono qui numerosi collezionisti.

In età toarciana, a Mistelgau c’era il mare  e si trattava di una zona di mare aperto dove le coste che lambivano i margini della Tetide erano lontane diversi chilometri. Segnali di un eustatismo evidente sono chiaramente identificabili nelle litologie esposte dal fronte della cava, le quali raccontano come nel toarciano inferiore, il livello del mare era inizialmente basso, come testimoniano gli strati praticamente privi di ammoniti. Gradualmente poi, il mare ha cominciato ad innalzarsi (bifrons zone) sino a raggiungere la profondità massima di 70 metri (scisti a posidonia) per poi regredire nuovamente e in seguito rialzarsi nel toarciano superiore e ancora nell’aaleniano.

 

Ammonite di Mistelgau

Foto Nando Musmarra ©

 

Quando l’estrazione dell’olio combustibile non fu più redditizia, l’attività venne abbandonata anche se il sito continuò ad essere utilizzato. La cava infatti può essere distinta in due zone differenti: la zona a sud che espone i livelli liassici e appartiene alla vecchia cava di argilla da cui si estraeva l’olio combustibile. E la parte a nord, che invece utilizza i livelli della formazione Opalinuston del dogger per la produzione di mattoni. Il mattonificio infatti occupa la parte nord del nuovo sito.

Geograficamente la cava presenta un orientamento nord-sud dove a nord sono maggiormente esposti gli strati del Dogger e cumuli di detriti separano fisicamente lo scavo dal mattonificio. Nella zona a sud invece abbiamo la vecchia cava di argilla che viene costeggiada da una strada che le passa proprio accanto.

Nella zona a sud troviamo anche un piccolo laghetto dalle acque verdi e limpide che nelle giornate più calde vede i giovani abitanti della zona rinfrescarsi un tuffo dietro l’altro.

 

Belemnitenschlachtfeld - campo di battaglia delle belemniti

 Belemnite battle field - Foto Luca Jaselli ©

 

 

 A livello del piano di calpestìo troviamo una singolarità paleontologica che ha reso questa cava famosa in tutto il mondo. Si tratta del Belemnitenschlachtfeld letteralmente “campo di battaglia delle belemniti”, un calcare marnoso di spessore compreso fra i 2 e i 6 centimetri composto da accumuli di rostri di belemnite in larga parte Dactyloteuthis e Acrocoelites. Un vero e proprio tappeto di fossili che ricopriva un tempo l’intera superficie delle cava ed ora ridotto solo a pochi metri di estensione. Un progetto di salvaguardia di questa particolarità paleontologica vorrebbe la cava al centro di un parco che permetterebbe di preservarne almeno in parte la sua esposizione, ma la scarsità di fondi al momento non rende questo progetto  di imminente attuazione. Fra gli innumerevoli rostri di belemnite si possono notare con relativa facilità anche ossa e resti di rettili marini, in particolar modo  vertebre e costole  di Ichthyosaurus. Questo livello segna il limite di demarcazione fra il toarciano inferiore e superiore e separa fisicamente le marne dello scisto a posidonia dalla formazione Jurensismergels.

 

 Vertebra di piccolo rettile marino - ritrovamento di Diana Fattori

 Una vertebra di un piccolo rettile marino - Foto Nando Musmarra ©

 

 

La quantità di fossili di questo tipo che si sono accumulati qui è enorme, segno che i paleoambienti che occupavano questa zona in epoca giurassica erano quanto mai favorevoli e adatti alla vita. Numerose specie viventi si stabilirono in questi luoghi, prosperarono e si moltiplicarono. Di questi organismi ora non rimangono che pochi resti, giunti sino a noi grazie alle rocce calcaree del massiccio del Giura che le hanno custodite e preservate, nascondendole sotto il verde delle dolci colline erbose della Franconia.

 

 

 Mistelgau05

Foto Luca Jaselli ©

 

 

Luca Jaselli © 2012