Il Wyoming Dinosaur Center e l'Archaeopteryx N.10


Quando ai dinosauri spuntarono le ali


di Diana Fattori

Thermopolis badlands

Il volantino afferma che per 160 milioni di anni i dinosauri hanno abitato questa zona del nostro pianeta. Io mi guardo intorno e non vedo altro che badlands dai colori pastello. Sono in Wyoming, e l'highway 120 che mi porta verso Thermopolis non si può davvero definire affollata: di tanto in tanto qualche antilope selvatica (Antilocapra americana), ultima sopravvissuta di una Famiglia di mammiferi ungulati, gli antilocapridi, alla vista del Dodge galoppa rapida lontana dalla strada.

All'improvviso vedo il cartello, dove un dinosauro dall'aspetto minaccioso recita. "Oggi tu sei un visitatore, 150 milioni di anni fa saresti stato il mio spuntino"...è la pubblicità del Wyoming Dinosaur Center a Thermopolis.

Sala Archaeopteryx N.10

La sala del prezioso Archaoepteryx N.10 ed uno dei suoi guardiani

 

Il museo si trova in un'area, geologicamente parlando, unica al mondo, a ridosso di alcune "hot springs", piscine calde di origina termale aperte ai bagnanti ed ettari di pura Morrison formation, la formazione famosa per la ricchezza di dinosauri giurassici. Si tratta di una delle aree di scavo più produttive degli Stati Uniti.

Guardandosi intorno, gli occhi incontrano solo un paesaggio arido e desertico, ed è difficile immaginare che per la maggior parte della sua storia Thermopolis sia stata sott'acqua. Lo studio dei fossili invertebrati ritrovati in loco ha stabilito che per 3.5 miliardi di anni, questa parte del mondo è stata ricoperta in modo continuato da un mare poco profondo.

All'alba del Mesozoico, 245 milioni di anni fa, i cambi di posizione dei continenti, con un processo conosciuto come movimenti delle placche tettoniche, hanno determinato l'innalzamento dell'area dalle acque.

Laboratorio Calchi Thermopolis

In questo padiglione del museo non accessibile al pubblico, si realizzano e si assemblano i calchi dei grandi dinosauri

 

Durante il Triassico le acque regredirono, e la vita cominciò a camminare sulla terra, poi nel Giurassico inferiore sia Thermopolis che gran parte del west degli Stati Uniti tornarono ad essere sommerse da un mare interno (Interior Seaway) dove ichtyosauri, plesiosauri dal collo lungo e squali primitivi predavano pesci, ammoniti, seppie e ostriche.

Verso la fine del Giurassico il livello del mare diminuì notevolmente, e Thermopolis divenne la dimora preferita di allosauri, stegosauri e apatosauri.

Thermopolis Dinosaur Centre

Le ossa di dinosauro sono così comuni che ogni volta che c'è uno scavo per una palizzata o per un lavoro stradale, vengono ritrovati nuovi fossili. Nella proprietà del ranch di cui il museo fa parte sono stati scavati sistematicamente almeno una dozzina di siti differenti. La vicinanza dei siti di scavo al museo (alcuni sono raggiungibili a piedi!) ha sicuramente facilitato i ritrovamenti. E' importante ricordare che i dinosauri che sono stati ritrovati in loco NON vivevano tutti insieme nello stesso periodo, in quanto la Morrison fm. copre circa 10 milioni di anni. I vari esemplari portati alla luce possono essere vissuti a centinaia o migliaia di anni di distanza l'uno dall'altro. Così come non è possibile che Valentino Rossi possa incontrare di persona Cleopatra o Tutankamon, un dinosauro del quarry X non ha necessariamente incontrato un dinosauro del quarry Y, perché sono vissuti in periodi di tempo diversi.

Il Wyoming Dinosaur Center (che da adesso in poi chiameremo semplicemente WDC, perché è più breve e fa tanto "americano") si sviluppa all'interno di una enorme struttura dove sono esposti fossili provenienti dal ranch di proprietà della Fondazione del museo, ma anche da altre parti del mondo. Si comincia con una panoramica molto completa sui fossili invertebrati cambriani, poi ci sono trilobiti, spettacolari ammoniti svolte, piante fossili, mammiferi della White River fm., e pesci provenienti da tutti i periodi geologici.

Supersaurus vivianae

Il lungo collo di Jimbo, Supersaurus vivianae


Naturalmente il pezzo forte del museo sono i dinosauri. Sono esposte uova che contengono gli embrioni fossilizzati, e una bella panoramica sui rappresentanti delle lucertole terribili. Su tutti risalta Jimbo, il Supersaurus vivianae che presenta patologie alle ossa che ci raccontano tanto della sua vita (e naturalmente forniscono importanti informazioni tafonomiche). Lungo la visita al museo si incontrano allosauri, stegosauri, nodosauri e tanti dinosauri cinesi. La Fondazione che gestisce il WDC infatti ha una Fondazione gemella in Cina, dove ha costituito un museo che promuove lo studio dei dinosauri locali. Grazie a questi stretti rapporti, è evidente che la sede americana ha la grande possibilità di scavare ed esporre legalmente i superprotetti fossili cinesi.

Laboratorio Thermopolis

Il laboratorio dl Museo di Thermopolis e un originale appendiabiti

 

Ma la sezione del museo attualmente più interessante, è quella dove è conservata la collezione proveniente dalla Solnhofen Limestone fm. del Giurassico tedesco. Tra i tanti reperti esposti (pesci, anfibi, ammoniti, la passeggiata fossile di limulo più lunga mai trovata) spicca uno dei fossili più belli e famosi del mondo, l'Archaeopteryx siemensii, il decimo rarissimo esemplare conosciuto appunto come "l'esemplare di Thermopolis" (tutti i dieci Archaeopteryx prendono il nome dal luogo in cui sono conservati), l'unico "missing link" che è migrato in America.

Archaeopteryx N. 10

L'Archaeopteryx siemensii, bellissimo e vanesio, consapevole di essere osservato, accenna un passo di danza

 

La storia dell'esemplare è avvolta nel mistero, la versione ufficiale racconta che esso apparteneva alla collezione privata di un signore svizzero morto negli anni '70 e che la vedova tentò di venderlo al Senckenberg Museum di Francoforte in Germania. Il museo non aveva fondi sufficienti per un acquisto così impegnativo, così contattò Burkhard Pohl, proprietario del WDC. Il signor Pohl trovò un anonimo donatore che comprò l'archaeopteryx e pose delle condizioni: dopo il periodo di studio in Germania, il raro fossile sarebbe stato custodito nel WDC in Wyoming.

Burkhard Pohl desiderava ardentemente che il decimo esemplare fosse sempre accessibile agli studiosi, e che non si ripetesse la storia dell'esemplare di Maxberg, che alla morte del suo proprietario è sparito per sempre dalla circolazione senza lasciare traccia.

Il decimo esemplare è il più completo e meglio conservato di tutti. E' morto sul suo stomaco, schiacciato come se fosse stato investito da un camion, ha evidenti impressioni delle penne sia sulle ali che sulla coda, è conservato su un unico pezzo di puro calcare e viene da una sconosciuta località e orizzonte dell'area di Solnhofen.

Archaeopteryx 10 Particolare Cranio

Il suo cranio è quello meglio preservato tra tutti gli archaeopterygi ed è il solo che consente una visione dall'alto. Attraverso la finestra antorbitale è visibile la sezione mediana dell'osso del palato destro. Aldilà di piccole differenze nella proporzione, questo osso mostra somiglianze con il palato isolato dell'Archaeopteryx n.7, l'esemplare di Monaco, ma contrariamente a quest'ultimo, l'esemplare di Thermopolis mostra un piccolo processo giugale che è tetraradiato come nei theropodi non aviani e non triradiato come negli uccelli. Poichè non sono state osservate forti discrepanze morfologiche tra i due Archaeopteryx, è stato ipotizzato che l'esemplare di Monaco abbia una parte del palato danneggiata.

Molte delle ossa dello scheletro presentano dei danni, mancano alcune vertebre presacrali, la punta della coda e una parte di zampa destra. La lastra originale era rotta in due parti che sono state incollate, e per rendere la sua forma più gradevole esteticamente, è stata aggiunta una matrice che non appartiene all'originale che incornicia l'esemplare in un rettangolo perfetto.

Ala Archaeopteryx N.10

In una recente revisione degli Archaeopterygidae, Elzanowsky (2002) ha riconosciuto quattro specie: Archaeopteryx lithografica (l'olotipo di questa specie è controverso), l'Archaeopteryx siemensii (l'olotipo è l'esemplare di Berlino), l'Archaeopteryx bavarica, Wellnhofer, 1993 (basato sull'esemplare di Monaco) e la Wellnhoferia grandis, Elzanowsky, 2001 (l'olotipo è l'esemplare di Solnhofen).

Considerando la grandezza e la morfologia, il nuovo esemplare corrisponde meglio con l'esemplare di Monaco, ed è stato definito Archaeopteryx siemensii, considerando l'A. bavarica un sinonimo minore di questa specie.

Nell'aria o sulla terra, l'Archaeopteryx N. 10 è sicuramente un migratore: dalla Germania è volato a Thermopolis, poi al Museum of Natural History di Los Angeles, al Royal Tyrrel Museum di Drumheller in Canada, e prossimamente sarà a Monaco dal 29 ottobre al 1 novembre per i Mineralientage 2009. Non sarà solo, ma in buona compagnia di cinque suoi fratelli e del cugino piuma (quest'ultima direttamente dal Museo di Storia Naturale di Monaco di Baviera). Fatevi un bel nodo al fazzoletto, sarà un'opportunità unica per vedere riuniti per la prima volta nella storia alcuni dei fossili più rari ed importanti del mondo!

Elenco Archaeopteryx

Riuscirà la Germania a completare la squadra degli Archaeopteryx prima dei prossimi mondiali di calcio?

 

Grazie a Bill Wahl, Preparation Lab Manager, per l'aiuto fornito

Diana Fattori © 2009