I colori della Provenza: le ocre della miniera Bruoux

di Diana Fattori - foto Nando Musmarra

 

La Provenza è una delle regioni più belle della Francia. Amatissima dai pittori, è stata da sempre terra di artisti. Da Simone Martini a Pierre Puget (il Michelangelo della Provenza) a Fragonard, Matisse, Cezanne, Chagall e il poliedrico Picasso, l'arte e la bellezza hanno sempre abitato (o si sono trasferite!) da queste parti.

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Durante le varie stagioni dell'anno la Provenza esibisce colori purissimi, dal viola della lavanda all'azzurro del cielo, all'ocra che colora il paesaggio e le belle case di campagna.

E proprio per ammirare le sfumature solari dell'ocra che alla fine della primavera 2016 Paleonature è andata a visitare il Luberon, nella Francia meridionale. 

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E' curioso notare come alcuni dei luoghi più belli, e visitati della zona siano nati per mano dell'uomo. Gli incredibili paesaggi luminosi che espongono tutta la gamma cromatica del giallo e dell'arancio e hanno reso il Luberon una delle zone più amate e visitate di Francia, altro non sono che cave (Gargas) e miniere a cielo aperto in disuso di ocra (Roussillon, Colorado Provencal).

Dopo aver attraversato strade che si affacciavano lungo profumati campi di lavanda infiniti, siamo arrivati a Gargas, uno dei centri di produzione di ocra più famosi. Qui si trova la miniera di Bruoux. Si tratta di una rete di gallerie sotterranee lunghe 40 chilometri che si articolano lungo una superficie di 10 chilometri quadrati, ma non abbiate paura di un attacco di claustrofobia: lo spazio che si percorre con la visita guidata è molto ampio, l'altezza delle gallerie varia da 10 a 15 metri. La temperatura all'interno è di 10 gradi ed è stabile tutto l'anno, e ci sembra un miracolo ritrovarci in un luogo fresco e scuro quando fuori ci sono 30 gradi di puro calore!

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La visita si effettua in piccoli gruppi accompagnati da una guida. La nostra si chiama Marianne, è una ragazza in gamba che parla un ottimo italiano. Così dopo aver indossato i caschi di sicurezza, attraversiamo alti corridoi che l' illuminazione soffusa della torcia rende ancora più misteriosi, e Marianne ci introduce in un viaggio indietro nel tempo, dove si ripercorrono le origini geologiche e storiche della miniera.

Il termine ocra viene dal greco “okhra” e significa “terra gialla”. Si trova in tutto il mondo ed è un pigmento colorante utilizzato già nella preistoria. Molte cave preistoriche in Francia e in tutta Europa presentano al loro interno disegni e colorazioni gialle e rossastre fatte con l'ocra.

Perchè l'ocra si trova nel Luberon? Narra la leggenda che in un tempo lontano il signore di Roussillon organizzò un banchetto sontuoso con molti invitati importanti da tutta la regione. Per fare le cose in grande fece venire anche musicanti e trovatori. Tra loro c'era il giovane Guillame de Cabestain, famoso per la sua musica e la sua bellezza. Il signore di Roussillon aveva una bella moglie molto più giovane, Sirmonde e.... galeotto fu il banchetto che fece innamorare la bella dama e il trovatore. Quando il marito lo scoprì, adescò Guillame con una finta battuta di caccia, il giovane trovatore si ritrovò da cacciatore a cacciagina, e fu ucciso orribilmente. La dama Sirmonde per il dolore si gettò dalla rupe del castello e morì. Il suo sangue si riversò dappertutto e il paesaggio si colorò di rosso.

 

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Naturalmente la geologia ci racconta una storia diversa. Durante il Cretaceo, circa 140 milioni di anni fa, il mare ricopriva la Provenza. Di questo siamo sicuri perchè gli unici fossili ritrovati sono alcuni foraminiferi, fossili guida che indicano esattamente il periodo geologico. Nei fondali marini si formarono nel tempo strati di calcare e sopra di questi degli strati di calcare verde detto glauconite. Durante un periodo di clima tropicale, circa 80 milioni di anni fa, la glauconite fu trasformata dall'azione delle acque piovane in sabbia e ocra. Questo strato di sabbia con ocra si estende per 20 chilometri nel Luberon.
Nella miniera di Broux la percentuale è dell'80% di sabbia e del 20% di ocra. Quest'ultima è composta da un'argilla bianca (caolinite), da ossido di ferro (ematite) e da idrossido di ferro (goethite) che dona l'intenso colore giallo scuro all'ocra di Gargas.

In superficie c'è uno strato sterile e molto spesso che non contiene ocra. Ecco perchè lo sfruttamento non è a cielo aperto ma sotterraneo.

 

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Lo sfruttamento dell'ocra è iniziato dopo che nel 1780 Jeanne Etienne Astier realizzò un processo industriale che permetteva la separazione della sabbia dall'ocra. L'estrazione ebbe I suoi anni di gloria dal 1880 al 1940. L'impiego dell'ocra è stato legato alla fabbricazione della gomma, poichè ha la proprietà di ispessirla. Veniva usata per esempio per le camere d'aria, le tettarelle dei biberon, i sottovasi, il linoleum. Oggi l'ocra si usa soprattutto nel mondo dell'arte (pigmento puro da usare in edilizia, pitture, colori aristici di qualità) nella cosmesi e nella farmaceutica.

Quando la miniera di Broux era in funzione, le condizioni di lavoro dei minatori erano dure. Per estrarre le sabbie ocracee il minatore d'avanzamento cominciava a scavare a mano una galleria che aveva 1.70 metri di altezza e 2.80 metri di larghezza: ovvero le dimensioni esatte create dalla somma delle lunghezze del braccio e della pala. La formazione ocracea è talmente dura che in un giorno un singolo operaio poteva consumare anche sei pale! In questo modo un minatore davvero esperto riusciva ad avanzare di un metro al giorno, per scavare gallerie diritte si usava la tecnica del filo a piombo, cioè si sospendevano due fili a piombo uno davanti all'altro che venivano illuminati da dietro dalle lampade a carburo. L'ombra che veniva proiettata aiutava a scavare gallerie dritte.

L'industria dell'ocra si sviluppò in un contesto di crisi agricola. Alla fine del 1800 infatti, la coltura dei bachi da seta e I vigneti furono aggrediti da parassiti che rovinarono le coltivazioni.

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Percorrendo le gallerie arriviamo ad un punto dove possiamo ammirare una vera e propria piscina sotterranea e un fiume, che in passato servivano per inusuali passeggiate romantiche, mentre oggi le acque confluiscono ai bacini di decantazione del lavaggio dell'ocra e al bacino di riserva idrica del comune di Gargas.

Con il decadimento dell'industria dell'ocra causato da nuovi pigmenti sintetici derivati dal petrolio, la miniera sotterrana è stata utilizzata, dal 1942 fino al 2007, per la coltura dei funghi. Infatti grazie al forte tasso di umidità, una buona aereazione ed una temperatura costante, I funghi si sviluppavano in un ambiente fatto apposta per loro.

Dopo aver percorso circa un chilometro sottoterra, usciamo “ a riveder le stelle”. La luce, fuori, è abbagliante. Fortunatamente ci ritroviamo in un ombreggiato bosco di pini mediterrranei che mitiga la luce . Questi alberi sono stati piantati per stabilizzare il suolo sopra la miniera, le loro radici infatti trattengono la terra e rallentano l'erosione.
Dopo un breve tragitto arriviamo in un anfiteatro naturale dove ci sono sedie e tavolini per riposare o fare uno spuntino.

Prima di andare via è d'obbligo una sosta al negozio che vende libri di interesse artistico e naturalistico locale, ma soprattutto vende I pigmenti del Luberon in tutte le loro meravigliose sfumature (ed è molto difficile decidere cosa comprare e cosa lasciare!).

 

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La miniera di Bruoux è gemellata con altri sei siti che si possono visitare nelle vicinanze: la Fabbrica di ocra Mathieu, una distilleria di lavanda, il castello di Lourmarin, l'Abbazia di Silvacane e il Giardino delle Piante Coloranti a Lauris. Dopo aver comprato il primo biglietto a prezzo pieno, per gli altri siti c'è la tariffa ridotta.

www.minesdebruoux.fr

 

© Diana Fattori