L'Arizona Sonora Desert Museum


Quando il selvaggio west mette in mostra cacti, colibrì, pepite d'oro e dinosauri


di Diana Fattori

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Tutti gli appassionati di fossili e minerali sanno che una volta all'anno, tra gennaio e febbraio, a Tucson in Arizona si tiene la mostra più bella di tutte, unica al mondo per grandezza, dove non c'è bisogno di biglietto per entrare perché lo show è sempre aperto, e si articola all'interno delle stanze di dozzine di motel e lungo le strade principali.

In quel periodo dell'anno Tucson gode di un clima meraviglioso, e quelli che lasciano il freddo e piovoso inverno europeo per essere presenti all'evento, sanno che appena messo piede all'aereoporto si abbandonano i cappotti e si indossano le t-shirt.

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Cercate un intero mammuth oppure un mastodonte? Il miglior posto dove comprarne uno è la Fiera di Tucson!

Tucson si trova nel deserto di Sonora. La zona è davvero spettacolare, anche se a causa della grande richiesta di abitazioni, la natura cede piano piano il passo a edifici e a belle ville integrate nel paesaggio. Ma c'è un'area che si trova sul lato ovest della città che è e resterà intoccabile, paesaggio protetto diviso tra il Parco Nazionale di Saguaro e l'Arizona Sonora Desert Museum, un mix di giardino botanico-parco zoologico-museo di storia naturale la cui visita è da non perdere.

Il deserto di Sonora copre una vasta area di più di 1000.000 miglia quadrate. Si estende attraverso il Messico del nord, inclusa la penisola della Baja, e negli Stati Uniti copre l'angolo sud est della California e una grande parte del sud dell'Arizona.
Il deserto di Sonora è, geologicamente parlando, relativamente giovane, essendosi formato da meno di 10.000 anni. Ha un clima molto caldo e secco, dove la pioggia cade con una certa "regolarità" circa due volte all'anno, in forma di violenti temporali che riempiono il cielo di elettricità.
E' un deserto pieno di vita, niente a che vedere con l'immagine stereotipata di un mare di sabbia e qualche roccia. Certo, ci sono anche le dune, seppur in poche aree, ma ci sono soprattutto zone più o meno umide chiamate "bosque", che si formano nelle prossimità di sorgenti naturali. L'acqua nel deserto significa vita.
E all'Arizona Sonora Desert Museum ciò che colpisce immediatamente è la immensa distesa di verde, anche se sui generis: si tratta di piante del deserto, adattatesi a sopravvivere e a fiorire (specialmente in inverno) in condizioni climatiche estreme. Le loro radici, grovigli sotterranei, come lunghe cannucce, assorbono dopo una occasionale pioggia, quanta più acqua possibile.

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Quest'uccello che più che volare, corre, è il famoso Roadrunner (Geococcyx californianus), il Beep Beep dei cartoni animati. Veloce, intelligente e famelico, ha proprio tutte le caratteristiche dei dinosauri!

Gli animali e gli insetti del deserto di Sonora sono molto particolari. Alcuni, come i mammiferi e i rettili, sono attivi solo dal tramonto all'alba, ed è quindi molto difficile per un essere umano incontrare una javelina, un jackrabbit, un mostro di Gila o un serpente a sonagli durante il giorno. Qui al museo, invece, si vedono, ma non pensate a gabbie con le sbarre: gli animali, molti dei quali riabilitati dopo un incidente, sono praticamente liberi, semplicemente scelgono di restare...evidentemente il vitto e l'alloggio devono essere di loro gradimento!

E' possibile osservare gli animali del deserto totalmente notturni, come pipistrelli, molti serpenti, roditori, volpi e coyote. Essi amano dormire al fresco nelle caverne, in tane sotterranee che li proteggono dal calore diurno. I visitatori possono scendere sottoterra seguendo un comodo sentiero e osservare dentro le tane, attraverso pareti di vetro, gli animali in letargo o mentre schiacciano un pisolino, senza disturbarli.
La prima sala che si incontra appena varcato l'ingresso del museo è quella dedicata ai rettili e agli invertebrati. Mi hanno colpito molto le tarantole, che catturano gli insetti, li fanno a pezzi e poi li riducono in pallottole da succhiare dopo averle ammorbidite con i succhi gastrici. Se si nasce tarantola, è meglio essere femmina: i maschi vivono in media tra i 6 e gli 8 mesi, mentre il gentil sesso può vivere per 20 o 30 anni, dipende dalla specie.

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Un velenoso mostro di Gila si mostra, pigramente, ai visitatori. Notate il close up della sua pelle che contiene piccoli osteodermi.

Contrariamente a quello che si crede, in Arizona non ci sono tarantole velenose per l'uomo.
Velenosissimo è invece, il mostro di Gila (Heloderma suspectum), un lucertolone colorato e dall'apparenza pacifica che ricorda un rettile preistorico. Ha un morso terribile dal quale è difficile liberarsi e il suo veleno provoca un dolore immediato così forte, che al malcapitato, in ospedale, viene somministrata la morfina. In realtà il mostro di Gila attacca solo per difesa, soprattutto per evitare di finire tra le fauci di aquile, coyote e famelici orsetti lavatori; ma il suo veleno non può nulla contro la causa più frequente della sua decimazione: i suoi più temibile nemici si chiamano Firestone, Michelin, Goodyear...ogni anno molti mostri di Gila vengono uccisi sulle strade!

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Passeggiando lungo i sentieri del parco, gli amanti dei dinosauri saranno catturati dal Sonorasaurus thompsoni, un gigantesco sauropode ritrovato nel 1994 da Rick Thompson, uno studente dell'Università dell'Arizona. In realtà quelle esposte sono repliche delle ossa originali, che sono gelosamente custodite nella collezione del museo, ma il colpo d'occhio è comunque eccezionale. In una storia che ormai è leggenda, Rick racconta che mentre stava esplorando un canyon della zona, il suo sguardo si posò per caso su un piccolo pezzo di osso.

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Osservandolo meglio, il nostro notò che l'osso non era solo, ma in buona compagnia...seguendo la cascata di piccoli frammenti, si ritrovò davanti ad un completo osso sacro di sauropode! L'eccezionale ritrovamento, sono parole sue, stava per fargli saltare le coronarie, che per fortuna rimasero al loro posto, lo studente è sopravvissuto per raccontarlo, e oggi i visitatori dell'Arizona Sonora Desert Museum possono ammirare il dinosauro in tutta la sua maestosità. Purtroppo il Sonorasauro non è completo, sono stati ritrovati i quattro arti, vertebre dorsali e caudali, le scapole, il sacro, e anche resti di legno pietrificato identificato come conifera della specie Brachioxylon. Non è stato trovato il cranio né le vertebre del lungo collo. Non tutti trovano un dinosauro, specialmente in Arizona, e il Sonorasauro è particolarmente importante perché conserva alcuni tessuti fossilizzati. Insieme alle ossa sono stati ritrovati anche dei gastroliti, particolare importante perché non si tratta di minerali locali ma rinvenibili nel nord dell'Arizona: questo è stato interpretato come la testimonianza di una migrazione del dinosauro, che, considerata la distanza dalla fonte del minerale di cui è composto il gastrolite, deve essere durata almeno un anno.

I più piccoli possono giocare al "paleontologo", e disseppellire una serie di fossili nascosti nella sabbia. Confesso che, visto che in giro non c'era nessuno, mi sono divertita un mondo per almeno dieci minuti a scavare (e trovare!) le ossa del Sonorasaurus, il legno pietrificato e gli altri fossili!

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C'è anche una mine dump, cioè una montagna di detriti di una miniera, dove è permesso collezionare. I minerali dell'Arizona sono tra i più belli del mondo, e tra i tanti pezzetti è possibile trovare, specialmente se vi piacciono i micromounts, esemplari molto interessanti per la vostra collezione (crisocolla, azzurrite, bornite, calcocite, ematite, e tanti altri).
Una collezione di eccezionali campioni di minerali dell'Arizona, incluse scintillanti pepite d'oro e d'argento, si può ammirare scendendo...sottoterra, dove è anche ricostruita una caverna completa di stalattiti e stalagmiti, viene spiegata la geologia delle cave e della terra in generale, e c'è un'intera stanza dove sono in mostra i fossili locali, soprattutto invertebrati.

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Tornando in superficie il percorso si snoda attraverso un impareggiabile giardino botanico naturale, dove si incontrano i cani della prateria, il puma, le tartarughe, i coyote, si assiste al volo delle aquile con i falconieri e si arriva ad uno degli spazi più visitati del parco, il giardino dei colibrì.

Questi piccolissimi uccellini sono residenti abituali del deserto di Sonora. Piccoli come un calabrone e leggeri come una moneta da un centesimo, non avrete nessun problema a vederli da vicino mentre vi ronzeranno intorno, fotografarli però è un'altra storia...sono così veloci che se non si ha a disposizione una veloce reflex è meglio lasciar perdere.

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Il deserto di Sonora custodisce un incredibile numero di tesori archeologici, molti dei quali riconducibili agli indiani Hohokam che vivevano in questa zona circa 1000 anni fa. Facendo bene attenzione a non "strofinarvi" vicino all'apparentemente innocuo cactus "cane cholla" (Opuntia spinosior), i cui minusculi e terribili aculei vi renderanno più giudiziosi già al loro secondo incontro, potrete seguire qualche sentiero che vi condurrà all'interno del deserto, lontano dai cammini più battuti, dove si incontrano geometrici petroglifi dai significati misteriosi. Buona passeggiata!

Il web site dell'Arizona Sonora Desert Museum

www.desertmuseum.org

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Per l'aiuto fornito, grazie al Dr. Richard Brusca, Senior Director e Conservation and Sciece Director dell'Arizona Sonora Desert Museum

Diana Fattori © 2001-2009