Introduzione


a cura di Sergio Pezzoli

 

Spesso i fossili, soprattutto in passato, non erano ricercati in quanto tali, ma erano il sottoprodotto di altre attività estrattive di vario genere per scopi prettamente industriali, non certo scientifici...
Possiamo parlare delle cave di calcari litografici di Solnhofen, delle cave di pietra di Saltrio o di tante altre realtà piu o meno vicine a noi.
Di seguito la breve storia di uno di questi prodotti industriali, il Saurolo (o Ittiolo). Un unguento che molti conoscono o ricordano usato in campo cosmetico e soprattutto farmaceutico.

Saurichthys in mostra agli Smithsonian

Saurichthys - National Museum of Natural History

 



IL SAUROLO


di Emanuele Maritan

 

Barattolo di Saurolo

Barattolo originale di commercializzazione del Saurolo. Museo Cantonale di Storia Naturale di Lugano (CH)

 

PREMESSA


La scoperta di sostanze sempre nuove ed efficaci in campo cosmetico e dermatologico ha fatto sì che, nel corso del tempo, molti ingredienti di più antica tradizione venissero soppiantati, in favore di ritrovati "più moderni". Non solo: l'impiego, spesso improvvisato, mal dosato o a cuor leggero di sostanze naturali, minerali o vegetali, fortemente attive sulla cute è stato causa, in effetti, in passato, di spiacevoli conseguenze. Disagi, questi, attribuiti in parte anche alla mancata conoscenza approfondita delle peculiarità dei singoli ingredienti e, in modo specifico, delle loro caratteristiche tossicologiche. Tra le sostanze naturali in via di recupero, quella più interessante dal punto di vista dermatologico è l'ITTIOLO di origine minerale, che fa parte della famiglia dei catrami.


UN PO' DI STORIA


In provincia di Varese, in val Ceresio, poco sopra l'abitato di Besano e dall'altra parte della valle sotto il cimitero del paese di Pogliana ove si apre una grande cava, affiorano strati rocciosi nerastri bituminosi, intercalati a strati più chiari che, nel loro complesso, prendono il nome di scisti ittiolici di Besano o, più semplicemente, di scisti bituminosi di Besano. Si tratta di un pacco di strati di spessore variabile da quattro a otto metri che è attualmente attribuito al periodo Triassico e, più precisamente, a quella fase del Triassico medio costituita in parte dal piano Anisico e in parte dal piano Ladinico. Gli scisti ittiolitici di Besano sono noti oramai da molti anni per la grande varietà di fossili che contengono e perché taluni di questi non sono, per così dire, fossili comuni, come le ammoniti o altri molluschi che affiorano un po' in tutte le rocce sedimentarie, ma sono fossili rari, scheletri di rettili e di pesci che solo condizioni particolarmente favorevoli hanno conservato con perfezione impressionante.

tra gli scisti all'interno di una miniera

All'interno di una delle miniere del versante italiano

 


Furono proprio gli scisti bituminosi a destare l'interesse dei pionieri della ricerca mineraria sul Monte San Giorgio. Tra il 1774 e il 1790 si scavò nella zona di Besano per sopperire alla penuria di combustibili. Altri tentativi, questa volta allo scopo di produrre gas per l'illuminazione stradale di Milano, ebbero luogo sempre a Besano attorno al 1830. Nel 1842 esisteva già una miniera lunga 42 m. Il vero sfruttamento industriale degli scisti ittiolici iniziò nel 1902. Se ne voleva ricavare per distillazione secca una sostanza simile all'ittiolo, che proveniva dal Tirolo e che veniva usato con successo nella cura delle infiammazioni della pelle e dei reumatismi. Si aprì così sopra il paese di Besano una cava a cielo aperto su un fronte di alcune decine di metri e, in seguito, si passò a lavori in galleria, sia sopra Besano, sia a monte Serpiano, in territorio elvetico. Già nel 1909 sopra Besano erano state effettuate quattro gallerie che si addentrano nella montagna per un massimo di un centinaio di metri, alla distanza di 8-10 metri l'una dall'altra. La lavorazione portò a buoni risultati e la sostanza che se ne traeva fu chiamata Saurolo per distinguerla dall'ittiolo tirolese.

Il marchio Saurolo (ammonium sulfosaurolicum) fu registrato presso lo stabilimento di Meride. Si tratta di un prodotto del tutto simile all'ittiolo, costituito da solfoittiolato di ammonio, ricercato a scopo medicamentoso e venduto sotto forma di pomata, saponetta e talco. Accanto al Saurolo veniva fabbricata anche la Saurolina, un prodotto meno puro, destinato all'uso veterinario. Il Saurolo era raccomandato come medicinale antisettico nella cura delle malattie della pelle (psoriasi, eczemi), ma era indicato anche come espettorante, per cure oftalmiche. Il farmaco conobbe una notevole diffusione e applicazione per la cura delle malattie della pelle contratte dai soldati italiani nelle campagne militari d'Africa. Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, la fabbricazione del Saurolo cessò, poiché non fu più in grado di concorrere con i prodotti sintetici (oggi commercializzati come AMSUBIT, BITAMON E ICHTHOLAN). La fabbrica dello Spinirolo venne quindi chiusa definitivamente.


Per tutti quei decenni l'estrazione delle rocce bituminose per la produzione di Saurolo portò alla luce numerosissimi reperti fossili. Questi, fortunatamente, non passarono inosservati. L'Università di Zurigo pensò di favorire la ricerca scientifica, rimborsando alla fabbrica di Spinirolo le ore che gli operai impiegavano per il recupero dei fossili.
L'estrazione degli scisti bituminosi dell'area di Besano e del Monte San Giorgio prosegue ancora oggi, ma esclusivamente ai fini della ricerca paleontologica.

Fabbrica di Saurolo

La fabbrica del Saurolo a Besano

 

Fabbrica di Spinirolo
La fabbrica di Spinirolo a Meride

 

Foto storiche delle cave di Meride e Serpiano con strati Geologici

Foto storiche degli operai al lavoro all'ingresso della cava di Meride e dell'ingresso
della cava di Serpiano, con visione degli strati Geologici.

 

ITTIOLO OGGI


L'ittiolo o ictammolo o ammonio solfoittiolato è utile per medicare piccole infezioni cutanee: foruncoli (brufoli), ascessi e ulcerazioni superficiali della cute e delle mucose. È un fluido viscoso di colore nero-bruno, di odore pungente e caratteristico. Ha un'azione debolmente antisettica, antiflogistica, anti irritante e batteriostatica. Il principio attivo è l'ammonio solfoittiolato. Viene venduto come unguento in tubo da 30g, in concentrazioni del 10% o 20%, come farmaco da banco, senza presentazione di ricetta medica.
La categoria terapeutica è risolvente e viene usato comunemente in dermatologia. La sua azione dermatologica venne scoperta dal fisico australiano Paul Gerson Unna.
In otologia, una mistura di glicerina ed ictammolo è stata usata per generazioni per il trattamento topico delle infezioni dell'orecchio. È efficace contro i germi gram-positivi. È ben tollerato e non si hanno indicazioni di effetti cancerogeni o mutageni.


Nome IUPAC

Ictiammolo
Nomi alternativi
Ittiolo; Ammonio sofloittiolato
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolare C28H36S5O6(NH4)2
Aspetto
Unguento viscoso



VETERINARIA


L'Agenzia Medica Europea ha recentemente pubblicato un rapporto sulle ICHTHYOL-substances (sinonimo: bituminosulfonates) durante il processo per la definizione dei Limiti per Residui Massimi (European Maximum Residue Limits ,MRL) (vedi report giugno 2005) in medicina veterinaria. Il Comitato per i Prodotti Medicinali ad Uso Veterinario (Committee for Medicinal Products for Veterinary Use, CVMP) ha stabilito che, a causa della buona tolleranza e sicurezza d'uso, non sussiste la necessità di fissare un MRL per le sostanze a base di Ittiolo. Di conseguenza, esse possono essere applicate a livello topico su tutte le specie mammifere per la produzione di cibo senza restrizioni.


GRAZIE ALLA SUA ESTRAZIONE


Fin dal 1854 con Emilio Cornalia, paleontologo del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, s'iniziò a prestare attenzione ai Fossili conservati all'interno degli scisti e che, grazie all'attività mineraria, venivano portati alla luce. Altri illustri personaggi, come l'abate Stoppani, s'interessarono a questo luoghi, dando vita alle prime campagne di scavi, che con fortuna alterna continuano fino ai nostri giorni (per lo meno nel versante svizzero).
Grazie all'impegno profuso da volontari, si è potuto portare alla luce nuovi esemplari, poiché l'attività mineraria dalla Seconda Guerra Mondiale è definitivamente cessata, e accrescere la fama di questo piccolo famoso che in tutto il Mondo è conosciuto per un concittadino illustre, il Besanosauro.

Saurichthys nei mari Triassici

Saurichthys nel mare triassico - National Museum of Natural History

 

BIBLIOGRAFIA

Giovanni Pinna - I Fossili di Besano

Antonio Stoppani - Il Bel Paese

Vari -  Il Monte San Giorgio

Guida al Museo Civico di Besano

P. D'Agostino, Sergio Pezzoli - Percorso interattivo ed animato tra Besano e Meride


EMANUELE MARITAN ©